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Concetti Chiave

  • Simmel describes urban dwellers as experiencing sensory overload, leading them to adopt a blasé attitude to protect their individuality from the overwhelming urban environment.
  • The city, with its complex social interactions and division of labor, embodies "objective culture" which risks suppressing individual life and personal attempts at self-expression.
  • In contrast to village life, urban relationships are mediated by money and exchange value, reducing qualitative and individual traits to quantitative terms.
  • Simmel distinguishes between "objective spirit" and "subjective spirit," highlighting how modern culture's growth outpaces individual intellectual development, creating a widening gap.
  • The "tragedy of culture" occurs when individual creativity is hindered by the rigid, autonomous existence of objective culture, which both supports and stifles personal growth.

Indice

  1. Sovraesposizione sensoriale urbana
  2. Cultura oggettiva e individualità
  3. Tragedia della cultura

Sovraesposizione sensoriale urbana

Nel libro La metropoli e la vita dello spirito (1903), Simmel afferma che gli abitanti delle città moderne sono sovraesposti dal punto di vista sensoriale: in città si verifica una continua stimolazione provocata per esempio dal susseguirsi di notizie e di emozioni; gli individui ricevono e “subiscono” questa sovraesposizione e, per difendersi, assumono quello che Simmel definisce “l’atteggiamento blasé’, cioè mostrano indifferenza e scetticismo e reagiscono in modo attenuato a un forte stimolo esterno. È un esito della loro ricerca più o meno consapevole di modi per impedire che la loro individualità venga schiacciata da questa forza sovrastante e oggettiva della vita urbana moderna.

Cultura oggettiva e individualità

La città è una massa che si impone, un prodotto esterno di interazioni del passato, nella forma di processi di sociazione entro la complessa divisione del lavoro della modernità. E un esempio del peso, della densità, della sofisticazione del mondo esterno, che Simmel chiama cultura oggettiva o materiale. Più aumenta la cultura oggettiva, più l’individuo corre il rischio di vedere schiacciata la propria vita individuale, cancellando ogni disperato tentativo di farcela. Secondo Simmel:

[...] la vita di villaggio [...] riposa di più sui rapporti profondamente sentiti ed emotivi, mentre nella metropoli i rapporti sono regolati dal denaro, il quale riguarda ciò che è comune a tutti [...] richiede il valore di scambio, riduce ogni caratteristica qualitativa e individuale a un problema quantitativo. Proprio dinanzi a questi stimoli, tuttavia, l’individuo percepisce la propria personalità come insufficientemente sviluppata. Simmel riprende a tale proposito la distinzione tra “spirito oggettivo” e “spirito soggettivo”: «la ragione più profonda [...] per cui la metropoli conduce al bisogno di un’esistenza personale più individuale [...] sembra risieda in questo: che lo sviluppo della cultura moderna è caratterizzato dalla preponderanza di ciò che si potrebbe chiamare “spirito oggettivo” sullo “spirito soggettivo”. Cioè nel linguaggio come nel diritto, nella tecnica di produzione come nell’arte, nella scienza come negli oggetti dell’ambiente, è incorporata una parte dello spirito. L’individuo nel suo sviluppo intellettuale, segue questa crescita molto imperfettamente, rimanendo indietro a una distanza sempre maggiore».

Tragedia della cultura

Per Simmel le idee dei singoli individui hanno una componente di creatività e di innovazione, non sono un mero riflesso dei condizionamenti sociali. Tuttavia la società può impedire alle idee di manifestarsi, può soffocarle o sovrastarle. Vale a dire, la cultura oggettiva cresce e diventa sovrastante, troppa per poter essere controllata nella sua totalità, il che significa che ciascun individuo può avere accesso solo a frammenti di questa cultura. Questa è la “tragedia della cultura”: la creatività individuale cerca di esprimersi ma si trova davanti se stessa (o espressioni precedenti di creatività ormai oggettivate) in forma solida, per così dire, che di conseguenza blocca e irrigidisce la creatività individuale. La cultura oggettiva, dunque, nel momento in cui assume una propria esistenza rigida e autonoma, se da un lato può anche offrire le basi culturali per i tentativi soggettivi di crescita, dall'altro si pone contro la forza creativa e vitale dell’individuo. È come se la dinamicità creatrice dell’anima morisse nel suo prodotto.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'effetto della sovraesposizione sensoriale sugli abitanti delle città moderne secondo Simmel?
  2. Gli abitanti delle città moderne sviluppano un "atteggiamento blasé" per difendersi dalla sovraesposizione sensoriale, mostrando indifferenza e scetticismo verso stimoli esterni forti.

  3. Come Simmel descrive la differenza tra la vita di villaggio e quella metropolitana?
  4. Simmel afferma che la vita di villaggio si basa su rapporti profondamente sentiti ed emotivi, mentre nella metropoli i rapporti sono regolati dal denaro, riducendo le caratteristiche individuali a problemi quantitativi.

  5. Cosa intende Simmel con "spirito oggettivo" e "spirito soggettivo"?
  6. Lo "spirito oggettivo" si riferisce alla cultura incorporata in linguaggio, diritto, produzione, arte e scienza, mentre lo "spirito soggettivo" riguarda l'individualità e la creatività personale, che spesso rimane indietro rispetto alla crescita della cultura oggettiva.

  7. Qual è la "tragedia della cultura" secondo Simmel?
  8. La "tragedia della cultura" è il conflitto tra la creatività individuale e la cultura oggettiva, che diventa troppo rigida e autonoma, bloccando l'espressione creativa dell'individuo.

  9. In che modo la cultura oggettiva può influenzare la creatività individuale?
  10. La cultura oggettiva, pur offrendo basi culturali per la crescita soggettiva, può opporsi alla forza creativa dell'individuo, irrigidendo e bloccando l'espressione della creatività personale.

Domande e risposte