Concetti Chiave
- Il rischio è legato all'ignoto, generando insicurezza nella capacità di affrontare pericoli.
- La vulnerabilità è diventata centrale nell'analisi sociale, esacerbata da eventi catastrofici globali.
- La violenza è una risposta comune al lutto collettivo, mentre la gestione del rischio è ambigua.
- La vulnerabilità umana può evolvere in violenza o cura, a seconda della sua interiorizzazione.
- Considerare la vulnerabilità come un valore richiede grande attenzione e consapevolezza.
Vulnerabilità, violenza e possibilità di cura
Il rischio contiene sempre, secondo Beck, qualcosa d'ignoto, e che non si conosce: da ciò deriva un grande senso d'insicurezza perchè non è scontato che gli individui o la cominità siano in graqdo di affrontare adeguatamente le situazioni di pericolo. La società è vulnerabile, dal momento in cui dispone dei mezzi da utilizzare, ma non sempre è possibile reperirli in tempo in caso di necessità.
La vulnerabilità negli ultimi anni è diventata fondamentale per analizzare le società, anche se l'idea stessa di vulnerabilità si è profondamente trasformata nell'era globale, soprattutto a seguito di eventi catastrofici che hanno messo in luce l'evidente insufficienza di dei mezzi di previsione del pericolo (lo scoppio della centrale termonucleare di Chernobyl, ma soprattutto l'11 settembre 2001).
La violenza rappresenta una delle risposte più comuni al lutto collettivo. La Butler evidenzia come l'anticipazione del rischio sia uno strumento ambiguo: da un lato consente la messa in scena del pericolo, ma dall'altro non è in grado di gestire le conseguenze che questa operazione provoca a livello psicologico individuale e collettiva.
La vulnerabilità dell'uomo, può trasformarsi o in violenza o nella cura. La soluzione in un senso o nell'altro dipende dalla capacità d'interiorizzare la vulnerabilità e considerarla un valore, attribuendo ad essa una grande attenzione.