Concetti Chiave
- Lepenies critica l'idea che l'antropologia debba avere una base sociologica, proponendo invece una prospettiva di "critica sociale" che svela le discrepanze tra natura umana e società.
- Lepenies distingue tra due paradigmi di natura umana: fissa (Hobbes e Rousseau) e variabile (Marx e Gehlen), entrambe astratte e non applicabili a forme concrete di vita.
- La visione di Gehlen di una natura umana variabile negativa enfatizza la necessità di istituzioni repressive per gestire il rischio della pulsionalità.
- Lepenies critica la disputa tra Habermas e Gehlen, contestando l'idea di una base antropologica per le scienze sociali, che considera fuorviante e soggetta a "fallacia naturalistica".
- Habermas è accusato di cercare costanti antropologiche, avvicinandosi inaspettatamente a Gehlen, nonostante le critiche mosse contro di lui.
Indice
Critica sociale e discrepanze
Lepenies non ritiene che l’antropologia debba sconfinare nella scienza della sociologia. Essa ha da essere “critica sociale”, facendo riferimento a Rousseau, per quanto riguarda il fatto che continuamente si vedono sfasature tra il piano della natura e il piano della società, come se fosse presente opposizione basilare tra costituzione dell’uomo e costituzione della società, tra ciò che l’uomo è (potrebbe essere) e ciò che la società lo fa diventare. La teoria sociale ha dunque il compito di scavare e indagare in che modo la società tradisca e perverta l’uomo, facendosi teoria critica. La società agisce in senso perturbatore sulla natura umana, mentre la teoria sociale dovrebbe smontare tale meccanismo, dopo aver ricercato il perché della discrepanza e i suoi autori storici.
Paradigmi di natura umana
Lepenies espone una casistica di possibilità i dicotomie tra natura umana e sovrastruttura sociale, distinguendo a monte tra due paradigmi diversi: natura umana fissa e natura umana variabile.
Natura umana fissa negativa: emblematicamente rappresentata da Hobbes, nello stato di natura di conflitto perenne tra uomini, che porta alla nascita dei patti sociali, quindi una società necessariamente repressiva, allo scopo di svolgere il compito per cui è nata.
Natura umana fissa positiva: la visione di Rousseau del “buon selvaggio”, che presuppone di principio una società del tutto tollerante e liberale, cosa che non è però mai accaduta nelle società occidentali, che hanno portato al pervertimento della natura umana, facendosi repressive su uomini che sono stati rovinati.
In entrambi i casi si tratta di una “natura fissa” che è un’astrazione, non identificabile in forme concrete di vita premoderna.
Natura umana variabile
Natura umana variabile positiva: Marx teorizza l’essere votato alla modificazione della natura e di se stesso, tramite il lavoro, senza limiti precisi alla possibilità dell’umano, anche a livello di genesi delle istituzioni. Il senso della natura sta nel suo essere trasformabile e venire poi effettivamente trasformata, in una società che libera la soggettività.
Natura umana variabile negativa: la visione di Gehlen dell’elevato tasso di rischio nella pulsionalità che mette a repentaglio l’equilibrio psichico e sociale, da cui deriva la necessità di un’istituzionalizzazione fissa e tendenzialmente repressiva.
Disputa Habermas-Gehlen
La ricostruzione della disputa Habermas-Gehlen è messa in risalto in quanto ha interessato particolarmente l’opinione pubblica. Gehlen è dipinto come un conservatore, rimasto isolato nel nuovo clima intellettuale del Dopoguerra nella BRD, spesso trovatosi a confronto con la forma di marxismo dei pensatori della Scuola di Francoforte. Habermas viene tacciato di aver portato avanti un attacco molto spietato, in quanto starebbe egli stesso progettando una base antropologica per le scienze sociali.
Critica alle teorie antropologiche
Lepenies si differenzia da entrambi, dato che ritiene che tutte le teorie che presuppongono un qualsiasi tipo di “natura umana” sono del tutto fuorvianti per una conseguente sociologia, che deve essere unicamente critica sociale senza base antropologica di alcun genere. In tal senso, Habermas sarebbe molto più vicino a Gehlen di quanto sembri. L’ambiguità di fondo, nella critica a Morale e ipermorale, sta nel tentativo di Habermas stesso di individuare a sua volta della “costanti antropologiche”. Quindi non nei contenuti e intenti della riflessione, quanto nel modello epistemologico adottato. Costanti antropologiche come base per un etica implicano che tutte le possibili deduzioni sono errate, contengono una “fallacia naturalistica”, la volontà di scavare nella natura umana per individuare delle conseguenze su categorie sociale. Sia Gehlen che Habermas, più o meno chiaramente, cadono in tale trappola.
Domande da interrogazione
- Qual è la posizione di Lepenies riguardo all'antropologia e alla sociologia?
- Come Lepenies distingue tra natura umana fissa e variabile?
- Qual è la critica di Lepenies alle teorie di Habermas e Gehlen?
- Qual è la visione di Rousseau sulla natura umana secondo Lepenies?
- Come Lepenies vede la disputa tra Habermas e Gehlen?
Lepenies ritiene che l'antropologia non debba sconfinare nella sociologia, ma debba essere una "critica sociale" che indaga come la società tradisca e perverta l'uomo.
Lepenies distingue tra natura umana fissa, rappresentata da Hobbes e Rousseau, e natura umana variabile, rappresentata da Marx e Gehlen, evidenziando le diverse implicazioni sociali di ciascun paradigma.
Lepenies critica entrambe le teorie per il loro tentativo di individuare "costanti antropologiche", ritenendole fuorvianti per una sociologia che dovrebbe essere critica sociale senza basi antropologiche.
Rousseau vede la natura umana come positiva, rappresentata dal "buon selvaggio", ma critica le società occidentali per aver pervertito questa natura attraverso la repressione.
Lepenies evidenzia la disputa come significativa per l'opinione pubblica, criticando entrambi per cadere nella "fallacia naturalistica" nel tentativo di fondare un'etica su costanti antropologiche.