Concetti Chiave
- Patrick Savidan si allinea con Will Kymlicka nell'affermare che l'appartenenza culturale è una scelta personale, non legata a razza, religione o etnia.
- Savidan distingue tra diritti culturali interni, per il controllo dei membri del gruppo, ed esterni, per difendersi da decisioni statali.
- Il "diritto di uscita" è essenziale in società liberali, permettendo ai membri di abbandonare tradizioni imposte da minoranze illiberali.
- Il multiculturalismo dovrebbe trasformarsi in un progetto legislativo, promuovendo un diritto cosmopolita e non solo passivo.
- Savidan sostiene che ogni cultura deve adattarsi alla legge comune per evitare un multiculturalismo disconnesso e inefficace.
Indice
Diritti delle minoranze culturali
Patrick Savidan riprende le tesi di Will Kymlicka sui diritti delle minoranze culturali, concordando con la posizione liberal di Klymicka composta da due tesi:
1. L'appartenenza culturale è una questione di scelta e non deriva da fattori di sangue, di razza, di religione o di etnia. Si parla di un diritto etnoculturale senza riferimenti di carattere razziale
2.
Tipologie di diritti culturali
Esistono diverse tipologie di diritti culturali: quelle che riguardano le questione interne, legate al controllo dei comportamenti di chi appartiene alla miniranza; e quella di natura esterna, che consentono al gruppo di difendersi da scelte di carattere economico, politico, culturale effettuate dal contesto statale in cui il gruppo è inserito. Se ognuno pensa a salvaguardare il proprio diritto, viene meno il diritto collettivo.
Diritto di uscita nelle società liberali
e mette in evidenza un meccanismo di garanzia delle società liberali: il cosiddetto diritto di uscita (costituisce uno strumento importante di pressione sulle minoranze illiberali) dove una condotta, un atteggiamento, una convinzione non può essere imposta da parte del gruppo ad uno qualsiasi dei membri. Una democrazia liberale deve essere in grado di offrire la possibilità di "uscire fuori" da un sistema culturale di tradizioni, essendo la scelta un diritto universale, che trascende ogni modello performativo.
Multiculturalismo e diritto cosmopolita
Savidan nel testo afferma che il multiculturalismo deve arrivare ad essere un progetto di leggi (cittadinanza). Creare un diritto cosmopolita. Se il multiculturalismo è passivo vuol dire che si lasciano le persone libere; ciò viene considerata una cosa errata. Lasciare le varie etnie libere non porterà mai a una multietnicità. Si ha una babele senza senso dove le persone rimangono arroccate nel proprio processo comunicativo non capendo si con l'altro. La via d'uscita individuata da Savidan è quella di salvaguardare il diritto e ogni cultura deve adattarsi alla legge comune che seguono tutti.
Domande da interrogazione
- Qual è la posizione di Patrick Savidan sui diritti delle minoranze culturali?
- Quali sono le tipologie di diritti culturali menzionate nel testo?
- Come viene descritto il multiculturalismo nel contesto del diritto cosmopolita?
Patrick Savidan concorda con le tesi di Will Kymlicka, sostenendo che l'appartenenza culturale è una questione di scelta e non dipende da fattori di sangue, razza, religione o etnia.
Esistono diritti culturali interni, legati al controllo dei comportamenti all'interno della minoranza, e diritti esterni, che permettono al gruppo di difendersi da decisioni economiche, politiche e culturali del contesto statale.
Il multiculturalismo deve evolvere in un progetto di leggi di cittadinanza, creando un diritto cosmopolita. Un multiculturalismo passivo, che lascia le etnie libere senza integrazione, è considerato inefficace e porta a una mancanza di comunicazione tra le culture.