Studente Anonimo
di Studente Anonimo
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Concetti Chiave

  • Il termine "handicap" indica una menomazione fisica o mentale che crea una condizione di inferiorità rispetto agli altri, riferendosi a persone non autonome o autosufficienti.
  • Storicamente, le società primitive e antiche trattavano i portatori di handicap con grande infelicità e marginalizzazione.
  • Dal 16° al 18° secolo, i problemi degli inabili furono ignorati, con il ricovero in ospedali come unica soluzione offerta.
  • Con la Rivoluzione francese, lo Stato iniziò a considerare un dovere occuparsi di inabili e minorati psichici, sebbene principalmente da un punto di vista medico.
  • Fino agli anni '60, l'istruzione dei fanciulli disabili era trascurata dallo Stato italiano, nonostante le indicazioni costituzionali, affidandola invece a enti privati e religiosi.

Indice

  1. Definizione e storia dei disabili
  2. Evoluzione dell'attenzione verso i disabili

Definizione e storia dei disabili

Abbastanza complessi sono i problemi di chi ha disturbi fisici o mentali. Ricorrendo alla parola handicap (indicante la menomazione fisica o mentale che mette una persona in condizione d'inferiorità rispetto agli altri) vengono chiamate «handicappate» le persone invalide che non sono autonome o autosufficienti, dette anche disabili. Ma chi è il disabile? Nelle società primitive, come pure nell'antica Grecia e nell'Impero romano,i portatori di handicap conducevano una vita veramente infelice. Al tempo delle monarchie assolute (dal 16° al 18° secolo) ci si rifiutava di occuparsi dei problemi degli inabili, ci si limitava a rinchiuderli in appositi ospedali. Solo nella seconda metà del 1700, con la Rivoluzione francese e l'enunciazione dei Diritti dell'Uomo. cominciò a manifestarsi interesse, come dovere parte dello Stato, verso gli inabili e i minorati psichici, anche se si trattò soprattutto di interesse medico. Bisogna aspettare l'inizio del nostro secolo perché la società cominci a capire di avere l'obbligo di soddisfare i bisogni educativi degli handicappati anche se il Fascismo, pur non giungendo agli eccessi del Nazismo, adottò criteri esplicitamente emarginanti nei confronti dei disabili.

Evoluzione dell'attenzione verso i disabili

Fino agli anni Sessanta, a esclusione dei ciechi e dei sordomuti (la cui istruzione obbligatoria era affidata ad appositi istituti), lo Stato si era praticamente disinteressato della scolarità dei fanciulli disabili, la quale era affidata, per carità cristiana o per filantropia, in massima parte a enti e associazioni private 'o a istituti religiosi. Ciò accadeva nonostante il fatto che la nostra Costituzione (in base ai principi stabiliti nell'articolo 38): obbligasse i governati a intervenire anche in favore dei disabili. In questo caso ci troviamo di fronte a un esempio di come alcune norme contenute nella Costituzione siano rimaste inadempiute per molti anni dopo l'entrata in vigore della legge fondamentale dello Stato italiano (nel 1948).

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata l'evoluzione storica dell'attenzione verso i disabili?
  2. Inizialmente, nelle società primitive e nell'antichità, i disabili vivevano in condizioni infelici. Solo con la Rivoluzione francese si iniziò a manifestare un interesse, principalmente medico, verso di loro. Tuttavia, un vero cambiamento nell'attenzione ai bisogni educativi dei disabili si è avuto solo nel XX secolo.

  3. Come venivano trattati i disabili durante le monarchie assolute?
  4. Durante le monarchie assolute, dal 16° al 18° secolo, i problemi dei disabili venivano ignorati e si limitavano a rinchiuderli in ospedali appositi, senza un reale interesse per il loro benessere.

  5. Qual era la situazione dell'istruzione per i disabili fino agli anni Sessanta?
  6. Fino agli anni Sessanta, lo Stato si disinteressava dell'istruzione dei bambini disabili, ad eccezione dei ciechi e sordomuti. L'istruzione era principalmente affidata a enti privati o religiosi, nonostante la Costituzione italiana obbligasse a intervenire in loro favore.

Domande e risposte

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