Concetti Chiave
- La devianza giovanile è influenzata dalla mancanza di valori e dalla pressione sociale del consumismo e del materialismo, portando molti giovani a comportamenti devianti o criminali.
- Il concetto di devianza è relativo e varia a seconda del contesto sociale e culturale, distinguendo tra comportamenti anticonformisti e veri atti criminali.
- Diverse teorie sociologiche spiegano la devianza: Merton parla del divario tra aspirazioni e mezzi, mentre la Scuola di Chicago sottolinea l'influenza delle subculture e dell'ambiente sociale.
- L'etichettamento sociale può rafforzare il comportamento deviante, secondo la teoria di Lemert e Goffman, portando a una "profezia che si autoadempie".
- Il controllo sociale, attraverso sanzioni e interiorizzazione delle norme, è essenziale per prevenire la devianza, ma l'importanza dei sogni e del sacrificio è fondamentale per una vita onesta.
Indice
La devianza giovanile
Al giorno d'oggi, sempre più ragazzi scelgono la via della criminalità (che comprende lo spaccio di stupefacenti, l’uso di droghe, rubare, ecc.), manifestando l'assenza di ideali e la disaffezione alla vita; ma senza una tavola di valori l'individuo, specialmente nell’età fragile della giovinezza, non ha dei limiti e dei principi secondo cui agire e cerca la fuga illusoria dal presente.
La società odierna è dominata dal consumismo, dal materialismo, dalla caccia al piacere, dalle rivendicazioni violente e ha perso di vista il valore del sacrificio: si vuole tutto e subito, senza tener conto della moralità dei mezzi di cui ci si serve per perseguire un determinato scopo. Ci si sente soli, si ruba per acquistare le droghe, che a loro volta fanno vivere piaceri effimeri e nocivi, si compiono violenze per provare nuove emozioni, si perdono di vista quelli che sono i perni fondamentali su cui si fonda la legge del vivere comune, si perde se stessi. Spesso, per ottenere qualcosa, si ricorre ad atti devianti.Il concetto di devianza
Ma cos'è, nello specifico, la devianza? Per devianza s'intende ogni comportamento che si allontana dalle norme sociali. La devianza non è un concetto assoluto, ma relativo, in quanto varia da contesto a contesto. Ad esempio, negli Stati Uniti degli ultimi anni Venti del Novecento, la fabbricazione e il trasporto di bevande alcoliche erano considerati reati, mentre nella nostra società odierna si tratta di attività economiche lecite. Inoltre, esistono diverse forme di devianza: alcune nascono da comportamenti stravaganti e anticonformisti delle persone, altre costituiscono un vero e proprio atto criminale.
Teorie sulla devianza
Nell'opera "Teoria e struttura sociale" , Merton afferma che il comportamento deviante deriva da un divario tra gli scopi e i mezzi disponibili per conseguirli, che suscita un sentimento di frustrazione nel soggetto e lo spinge a ribellarsi al sistema. Non tutti, però, hanno la stessa reazione al divario tra aspirazioni e possibilità: oltre a chi si ribella, c'è chi accetta gli scopi sociali con la consapevolezza di non poterli raggiungere(conformismo), chi si conforma alle regole ma non crede ai valori che essa propone(ritualismo), chi rifiuta sia i valori che i mezzi proposti dalla società) e, come detto prima, chi si ribella dando luogo all'atto deviante. Ma ci sono anche altre teorie sull'origine della devianza, come quella dello studioso Cesare Lombroso, secondo cui la devianza ha un'origine biologica, ossia deriva da caratteristiche fisiche, come la forma del cranio.
Influenza dell'ambiente sulla devianza
Un'altra prospettiva interessante è offerta dalla Scuola di Chicago, la quale afferma che la condotta deviante deriva da una particolare subcultura, ossia un insieme di idee, principi morali e linguaggio utilizzati dal gruppo dentro il quale l'individuo compie il suo percorso di socializzazione. I sociologi di questa scuola, inoltre, mostrano come le comunità devianti tendano a proliferare in certe aree piuttosto che in altre. Le aree soggette ad atti devianti sono quelle dov è più alta la disorganizzazione sociale, quindi la devianza viene fortemente influenzata dall'ambiente in cui il soggetto compie il suo percorso di socializzazione, come sostiene la scrittrice Melita Cavallo nel suo libro "Ragazzi senza. Disagio, devianza e delinquenza", la quale si focalizza in particolare sulla condotta deviante giovanile. Inoltre, la scrittrice sottolinea la differenza tra un comportamento deviante e l'essere un delinquente. Infatti, lungo il corso della vita, un ragazzo può commettere un atto deviante, ma non necessariamente diventa un vero e proprio delinquente. Ci sono vari soggetti che influiscono potenzialmente sul passaggio dal compiere un atto deviante all essere un vero e proprio delinquente: la famiglia, con l'abbandono e la trascuratezza; il contesto scolastico, attraverso sospensioni e allontanamenti; gli amici e la collettività, attraverso lo scherno e l'etichettamento; l'istituzione(es giudici)che non danno una risposta adeguata.
Il ruolo del controllo sociale
Le risposte di questi soggetti, infatti, concorrono fortemente a ridurre o accrescere il rischio di devianza. Il fatto che gli organi di controllo sociale e giudiziario nei confronti della devianza giovanile abbiano determinato risultati diversi da regione a regione, è la prova che i meccanismi di etichettamento ai danni di una persona ritenuta delinquente influiscono fortemente nella costruzione di un'identità deviante, anche se ci sono delle eccezioni. La teoria dell'etichettamento è stata delineata da Lemert e Goffman negli Stati Uniti nel 1960. Gli studiosi fecero una distinzione fra devianza primaria e secondaria: la devianza primaria deriva dalla trasgressione della norma, la cui conseguenza è l' etichettamento sociale, che porta allo sviluppo di abitudini, convinzioni e motivazioni che rafforzano la condotta deviante fino a portare alla seconda devianza. Questa è definita da Merton "profezia che si autoadempie", in quanto i processi di attribuzione sociale riescono a orientare il corso degli eventi in direzione perfettamente conforme al significato conferito. In altri termini, chi è giudicato deviante finirà per esserlo davvero. Ma quali strumenti utilizza la società per indurre le persone a rispettare le regole? La società interviene attraverso il "controllo sociale" , che si può avvalere di strumenti esteriori (come le sanzioni esplicitamente inflitte) o di strumenti interiori(che consistono nell indurre la persona ad interiorizzare le norme).
Il carcere e le sue funzioni
Quando il controllo sociale è massimo, ossia prende il controllo su ogni aspetto della vita dell'individuo, si parla di "istituzioni totali", come ad esempio il carcere. In realtà, il carcere è frutto della modernità, in quanto fino alla metà del Settecento era solo un luogo del passaggio prima di torture e decapitazioni. Nella società odierna, esso costituisce sia uno strumento di controllo del reo sia una possibilità di espiazione morale delle proprie colpe. Ancora oggi i sociologi hanno pareri discordanti sulle funzioni sociali del carcere, oscillando tra varie teorie, come quella utilitaristica, quella retributiva e quella riabilitativa. Quest'ultima teoria è adottata in Italia, come sancito nell'art. 27 della Costituzione italiana.
Il valore dei sogni
In conclusione, anche se, come abbiamo elencato precedentemente, l ambiente influenza fortemente i comportamenti degli individui, questi strumenti di controllo sociale non sono utilizzati solo in ambienti socialmente degradati, nè tantomeno tutte le persone che vivono in un determinato ambiente sono automaticamente portate a compiere atti devianti, come nel caso di Buscapè, il protagonista del film "City of God"di Fernando Meirelles. Il film parla delle carriere devianti di alcuni ragazzi di una favela di Rio de Janeiro attraverso il racconto di uno di loro, Buscapè che, pur cresciuto in un contesto sociale e morale degradato, è riuscito miracolosamente a conservare una sua personale dignità. A preservarlo dall ambiente degradato che lo circonda è un sogno, ossia quello di diventare un fotografo, sogno che realizzerà documentando, con la sua prima macchina fotografica, la vita all'interno della sua favela d origine. È proprio questo che dovremmo inculcare nella società odierna: il valore dei sogni, del sacrificio per realizzarli, perchè i sogni costituiscono il nettare della vita e il sacrificio è necessario per realizzarli onestamente, senza ricorrere a mezzi illegali o a scorciatoie.
"Le migliori vittorie, le più grandi soddisfazioni, i modelli di vera gioia sono quelli per i quali si sono impiegati più tempo, energia e forza, in cui ci si è speso completamente"
- Stefania Belmondo
Domande da interrogazione
- Quali sono le cause principali che spingono i giovani verso la devianza?
- Come viene definita la devianza e quali sono le sue forme?
- Quali teorie spiegano l'origine della devianza?
- Qual è il ruolo del controllo sociale nella gestione della devianza?
- Qual è l'importanza dei sogni e del sacrificio secondo il testo?
La mancanza di ideali e valori, il consumismo, il materialismo e la ricerca di piaceri immediati sono tra le cause principali che spingono i giovani verso la devianza, come indicato nel testo.
La devianza è definita come un comportamento che si allontana dalle norme sociali e può variare da atti stravaganti a veri e propri crimini, secondo il testo.
Il testo menziona diverse teorie, tra cui quella di Merton sul divario tra scopi e mezzi, la teoria biologica di Lombroso e la prospettiva della Scuola di Chicago sulla subcultura.
Il controllo sociale utilizza sanzioni esterne e l'interiorizzazione delle norme per indurre il rispetto delle regole, come descritto nel testo.
Il testo sottolinea che i sogni e il sacrificio sono essenziali per realizzare obiettivi onesti e costituiscono il nettare della vita, come dimostrato dall'esempio di Buscapè nel film "City of God".