Concetti Chiave
- Gli intellettuali del "Caffè" criticano il vocabolario della Crusca per la sua rigidità e limitazione nell'uso di parole nuove e straniere.
- Vogliono arricchire l'italiano con termini nuovi, anche stranieri, se più efficaci nella trasmissione di concetti, senza snaturare la lingua.
- La proposta linguistica di Verri promuove la libertà di creare e italianizzare parole, migliorando continuamente la lingua.
- Verri cita Orazio per sostenere il diritto di inventare parole, come facevano antichi poeti e autori romani.
- Le citazioni di Orazio legittimano l'uso di parole nuove per esprimere idee innovative, seguendo l'esempio di Catone e Ennio.
Polemica con la Crusca
Perché gli intellettuali del “Caffè” entrano in polemica con il vocabolario degli accademici della Crusca? Entrano in polemica perché gli intellettuali del Caffè non vogliono limitarsi nell’uso di parole nuove, ne essere legati senza possibilità di svincolarsi alla grammatica italiana, volendo invece essere liberi di usare parole nuove, anche straniere, se quest’ultime esprimono meglio il concetto o l’idea da trasmettere.
Sottolineano però che non vogliono “snaturare” la lingua ma semmai arricchirla di nuovi termini, usandoli sempre con giusto ritegno.Proposta di Alessandro Verri
In che cosa consiste la proposta linguistica di Alessandro Verri? Consiste nella loro volontà di essere liberi di creare parole nuove è di poter italianizzare parole da lingue diverse se queste esprimono meglio l’idea, inoltre di chiara che la lingua non è mai perfettamente giunta alla perfezione, quindi va migliorata e ampliata sempre, prendendo il “buono” da ogni parte, facendolo, se utile, nostro e usandolo con ritegno.
Citazioni di Orazio
Perché l’autore cita due passi dell’epistola De arte poetica di Orazio? Perché nella prima citazione rivendica il diritto di inventare nuove parole e di arricchire la lingua come lo rivendicarono Virgilio e Vario poiché gli fu negato ma fu invece concesso a Catone e Ennio. Nella seconda citazione invece viene detto che presso i romani antichi era accettata la “parola nuova”, se usata con criterio, nel caso servisse a esprimere e chiarire qualcosa di ancora sconosciuto e inspiegato Verri così facendo rivendica anche questo diritto.