
Come ogni anno, in tutte le scuole italiane è tempo di elezioni per il rinnovo della rappresentanza studentesca. Il compito principale del rappresentante d’istituto è quello di farsi portavoce degli studenti, soprattutto di fronte al Consiglio d’Istituto, formato dai rappresentanti degli studenti, professori, genitori e personale Ata.
Il numero dei rappresentanti varia in base al numero degli studenti iscritto all’istituto stesso.Succede, però, che nella corsa al voto (sì, avviene anche a scuola) possano verificarsi situazioni particolari, come è successo in un liceo di Ravenna, come riportato dal "Corriere Romagna".
Tra giovani affamati di conoscenza, di diritti, di politica e di cultura, spuntano ristoranti e fast-food della zona. Sì, perché le liste studentesche sono state "sponsorizzate" da imprese commerciali. Gli aspiranti rappresentanti, nella "campagna elettorale", promettono sconti e riduzioni nei locali della zona.
Critiche fra gli studenti
Così come segnala il giornale locale, la vicenda ha scatenato un vespaio di polemiche. L'iniziativa non è piaciuta a tutti. Anzi. Due liste, si legge, propongono degli sconti del 15 o 20% in alcune hamburgerie, gelaterie e ristoranti giapponesi della città ai propri sostenitori.Ma molti ragazzi si chiedono quale attinenza ci sia tra l'esercizio di un diritto fondamentale (il voto) e queste promozioni che poco hanno a che fare con la vita scolastica.
Diversi studenti, interpellati dal quotidiano, si sono definiti "indignati": "Una cosa mai vista. Avrei capito se fosse stato proposto qualche buono pasto per chi viene da fuori o una convenzione con una libreria. Non vedo alcuna correlazione con locali in cui poter comprare un panino in una posizione opposta rispetto alla scuola" - avrebbe affermato uno di loro.
"Le battaglie di una volta avevano come obiettivo una scuola migliore – commenta sui social un altro studente –. Accantoniamo problemi come il riscaldamento che va un giorno sì e uno no, controsoffitti che mancano. Mettiamo da parte tutto questo e andiamo a mangiare del sushi con lo sconto del 20%".
Un maldestro tentativo di rendere più "appetibile" il programma elettorale si rivelato, così, un vero e proprio un boomerang.