Matteo Bortone
Autore
Volantino Blocco studentesco Reggio Emilia

Sono in corso le indagini della Digos per chiarire la dinamica delle tensioni che si sono verificate davanti a due licei storici di Reggio Emilia, lo Spallanzani e il Chierici.

Sabato mattina, davanti ai cancelli, calci e spintoni tra due gruppi contrapposti: da una parte gli attivisti del Collettivo Rabùn, dall'altra i militanti di Blocco Studentesco (Bs), un'organizzazione che fa capo a CasaPound.

Il motivo dello scontro sarebbe stato la distribuzione di volantini di matrice neofascista proprio davanti agli istituti scolastici. Ora la Digos sta cercando di fare luce su quanto accaduto, accertando eventuali responsabilità in una vicenda che, in realtà, non è nuova per la provincia. 

Indice

  1. Il volantinaggio davanti ai licei
  2. Il contenuto dei volantini
  3. La dirigente: “Non sapevo nulla”

Il volantinaggio davanti ai licei

Tutto è cominciato sabato mattina, poco prima delle 8, quando gli attivisti di Blocco Studentesco si sono presentati davanti al liceo Spallanzani. Una studentessa racconta: "Erano in tre, ma dietro c’erano due persone più grandi". La stessa scena si è poi replicata al liceo Chierici, ma dopo l'ultima campanella della giornata.

Il tutto ha portato a un confronto diretto tra i circa dieci attivisti del Collettivo Rabùn e i militanti di Blocco Studentesco. Tra le due fazioni, come riferito alla 'Gazzetta di Reggio' dagli antifascisti, sarebbero volati insulti e poi qualche spintone, anche se fortunatamente nessuno si è fatto male.

Gli studenti di Rabùn raccontano: “Appena abbiamo cominciato a contestare il volantinaggio e le idee che si celano dietro queste iniziative, siamo stati subito aggrediti con minacce e mani addosso dai fascisti, ma nonostante l’aggressione a freddo ci siamo difesi con prontezza e li abbiamo cacciati dalla scuola”.

Quello che preoccupa è che l'azione sembra essere stata orchestrata dalla sede di Bs a Parma e che, secondo gli studenti di Rabùn, il volantinaggio nei mesi scorsi è stato messo in atto anche fuori da altre scuole della provincia, come Scandiano e Casalgrande.

Il contenuto dei volantini

Per capire bene il motivo che ha portato allo scontro, occorre conoscere cosa c'era scritto in quei volantini distribuiti da Blocco Studentesco. Gli studenti parlano di quelle che vengono definite le parole d'ordine tipiche di una certa destra, in alcuni passaggi di quella più estrema ma, in altri, anche di quella più istituzionale.

Si parla di identità cancellate, tradizioni distrutte, della nostra civiltà sotto attacco, di città invase e si fa cenno anche alla stirpe.

Curiosamente, anche se l'immigrazione sembra essere il filo conduttore di questi ragionamenti, non viene mai citata in modo esplicito nei testi.

Infine, una nota di Linea Reggiana (blog degli Spazi sociali di Reggio Emilia) solleva un aspetto importante riguardo all'età dei militanti: “Questo attacco non è arrivato da studenti ma da persone che la scuola l’hanno finita già da un bel po’. Nonostante Blocco Studentesco sia l’articolazione scolastica di CasaPound e dovrebbe avere dei giovani militanti, oggi ci siamo trovati a confrontarci con fascisti di venticinque anni almeno”, scrivono.

Il blog conclude con un messaggio forte: “Loro hanno bisogno di mandare militanti adulti per attaccare e aggredire, come già successo a Genova, Torino e Roma; noi, al contrario, non abbiamo bisogno di nasconderci dietro a nessuno per difendere la nostra incolumità e le scuole della città dai tentativi di penetrazione fascista”.

La dirigente: “Non sapevo nulla”

Dopo l’accaduto è intervenuta la dirigente scolastica dell’Ariosto-Spallanzani. Come riporta ‘il resto del Carlino', ha dichiarato: "Non sapevo nulla di quanto accaduto, anche perché è successo fuori dal cortile della scuola. All’interno, tale pratica è vietata e se fosse successo avrei fatto io stessa denuncia. Alcune settimane fa c’era stato del volantinaggio ad opera degli stessi in piazzetta Pignedoli, fuori dall’ingresso della scuola, così come anche nelle vicinanze di altri istituti della provincia. Ma i ragazzi non li hanno accettati. I militanti li hanno messi nei cestini delle bici, ma sono stati puntualmente buttati via dai giovani proprietari”, spiega la preside.

Episodi come questi, però, non sono del tutto nuovi: “Anni fa era comunque capitato salturiamente, ma non sono preoccupata. Ho molta fiducia negli studenti che hanno grande capacità di analizzare i messaggi e senso critico. Non sono così ingenui o facili oggetti di ideologie molto smaccate e non particolarmente raffinate", conclude la dirigente scolastica.

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