
Con l'avvicinarsi del ritorno a scuola tornano puntuali anche le polemiche su vari aspetti. Una, in particolare, si è fatta strada, tra le altre, nelle ultime ore. La causa scatenante? Una circolare riservata dell'Ufficio scolastico regionale del Lazio rivolto ai presidi che pare "sconsigliare" ai docenti di parlare della questione palestinese. Prefigurando quello che sembra essere un vero e proprio blocco sul nascere di ogni dibattito sulla crisi umanitaria a Gaza all'interno delle scuole.
Il documento, inviato in via confidenzaile ai dirigenti scolastici della regione, inviterebbe infatti a mantenere la "massima serenità" sull'argomento e di evitare che organi collegiali e collegi docenti si trasformino in luoghi di discussione sul conflitto in corso.
Le riunioni, si legge negli stralci della circolare balzati alle cronache, dovranno concentrarsi esclusivamente sul "buon funzionamento dell'istituzione scolastica", vietando qualsiasi "altra finalità".
Una direttiva, questa, che arriva in risposta a un'iniziativa promossa da associazioni e sindacati, come l'Unione sindacale di base e il collettivo "Docenti per Gaza", che qualche giorno fa hanno lanciato una mozione per chiedere di osservare un minuto di silenzio il primo giorno di scuola in segno solidarietà con il popolo palestinese.
Indice
Il contenuto della circolare
La circolare inviata ai presidi del Lazio specifica proprio che: “La rilevanza degli eventi geopolitici in corso è una tematica su cui si invitano i dirigenti scolastici a garantire la massima serenità nell’organizzazione di occasioni di confronto e di dibattito nell’ambito delle occasioni didattiche”, recita testualmente.
Il documento, pur incoraggiando il confronto, come detto precisa che le riunioni degli organi collegiali "devono essere esclusivamente finalizzate alla trattazione delle tematiche relative al buon funzionamento dell’istituzione scolastica e sottratte a qualunque altra finalità", per preservare la specificità e l'efficacia dei momenti di vita scolastica.
Una censura per i sindacati
Secondo la Federazione italiana sindacati insegnanti (Fisi), la nota dell'Ufficio scolastico regionale (Usr) del Lazio, guidato da Anna Paola Sabatini, sarebbe un "tentativo di censura". "Il tono e il contenuto della comunicazione, e il fatto che sia riservata gettano luce sull’intenzione ormai palese delle nostre istituzioni di mettere a tacere il dialogo", denuncia il sindacato, che ritiene la vicenda "ancor più grave se questo invito viene fatto alla scuola, luogo per eccellenza deputato allo sviluppo del senso critico e alla formazione civica".
Sulla stessa lunghezza d'onda la Flc Cgil Roma e Lazio, che parla di "inopportuna intromissione nell’autonomia scolastica". Il sindacato riferisce inoltre che molti dirigenti scolastici hanno accolto negativamente la richiesta del provveditorato. "Chiediamo all’amministrazione – scrive il sindacato in una nota – di sostenere le istituzioni scolastiche e garantire spazi di confronto liberi e sereni".
La risposta dell’Uffico Scolastico Regionale
Dopo le polemiche sollevate da docenti e insegnanti, la direttrice generale dell'Ufficio scolastico regionale, Anna Paola Sabatini, è intervenuta per fare chiarezza.
Con una nota, di nuovo riservata, la dirigente ha replicato alle accuse, sottolineando che la comunicazione in questione era "volta esclusivamente a salvaguardare le esigenze organizzative legate all’inizio dell’anno scolastico garantite da un funzionamento ottimale degli organi collegiali per un regolare e rapido avvio del nuovo anno scolastico".