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Giornata della Memoria, il viaggio degli studenti ad Auschwitz articolo

Lo scorso fine settimana ad Auschwitz si è svolto l’annuale Viaggio della Memoria organizzato dal Miur e dall’Ucei nei luoghi dello sterminio nazista. Cento studenti, provenienti da tutta Italia, in viaggio “per non dimenticare”.


Le truppe speciali tedesche erano ragazzi come voi, soltanto che invece di studiare uccidevano ebrei”. Questa la testimonianza dello storico della Shoah Marcello Pezzetti, una delle voci che in questi due giorni hanno accompagnato gli studenti in gita nei lager di Auschwitz e Birkenau. Scopriamo insieme le altre dichiarazioni e testimonianze di questo weekend difficile ma così importante.

Le testimonianze da Auschwitz: il Viaggio della Memoria 2019

Nei giorni del 20 e 21 gennaio 2019, a una settimana dalla Giornata della Memoria, che ricordiamo essere tutti gli anni il 27 di gennaio, si è svolto il Viaggio della Memoria, l’annuale iniziativa del Ministero dell’Istruzione e dell’Ucei (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) per commemorare le vittime dell’Olocausto, visitando i luoghi dove sono avvenuti i fatti.
Ad accompagnare gli studenti su questo cammino della Memoria c’erano anche le sorelle Bucci, Tatiana e Andra, che da piccolissime si salvarono dallo sterminio, e proprio Andra Bucci da Auschwitz lancia un monito mentre è a colloquio con gli studenti, come riportato dal Corriere della Sera, “Tutto il mondo sta andando verso la destra, l’estrema destra. E’ pericoloso, viviamo un momento di sbandamento. Non mi sembra di lasciare ai giovani un bel mondo. - Continua poi parlando della sua esperienza - Per ricordare chiudo gli occhi e parlo. E io sono lì, mi rivedo lì, in cella, alla Risiera di San Sabba a Trieste in attesa di salire sul treno per Auschwitz. Vedevo la scena dall’alto, appoggiata a una ringhiera. Un grande movimento di gente e i vagoni. - E conclude così il suo intervento fra la commozione generale - Oggi mi è più difficile riaffrontare questo cammino, oggi che sono vecchia, anzi diversamente giovane. Ma lo faccio per i ragazzi.