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valditara scuola di cittadinanza”Ho semplicemente in mente una scuola seria, che rimetta al centro l'apprendimento e l'impegno”, parole del Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
fonte foto: via Il Corriere della Sera

Nel corso di un'intervista rilasciata a “Libero”, Valditara – a proposito della scuola - ha toccato numerosi nervi scoperti.

A partire dal “classismo” di cui è vittima la scuola italiana, fino ad arrivare ai famigerati “Neet”, vale a dire i giovani che non studiano e non lavorano.

Valditara duro sulla condizione della scuola: “La degenerazione della scuola di oggi nasce dagli anni '70”

”Da metà degli anni Settanta il nostro sistema di istruzione non fa più da ascensore sociale e non consente un miglioramento delle condizioni famigliari di partenza”, non usa giri di parole Giuseppe Valditara nel dipingere il quadro attuale della scuola italiana. Una situazione che ha cominciato a degenerare dai movimenti di sinistra del '68 – stando a quanto afferma il Ministro Valditara – che facevano della “negazione delle autorità” il loro focus ideologico.

”La negazione dell'autorità, che è cosa ben diversa dell'autoritarismo, l'aver messo sullo stesso piano il messaggio di chi sta in cattedra, per insegnare, e le opinioni di chi sta sui banchi, per apprendere. Il distorto approccio culturale della liberazione da ogni limite ha creato le premesse per la degenerazione della scuola di cui oggi cogliamo i frutti” sostiene Valditara.

”Più utile una scuola di cittadinanza piuttosto che il reddito di cittadinanza”

Quindi da dove partire? Dalla platea di destinatari, come ad esempio tutti coloro che hanno completato l'obbligo scolastico: ”Vorrei mandare a scuola chi non ha completato l'obbligo scolastico, e chi fra i 18 ei 29 anni non lavora, non si forma, non studia: sono 360.000 giovani” ha spiegato Valditara. Tra loro non mancano i percettori di reddito di cittadinanza e anche qui il ministro dice la sua: ”Se il reddito di cittadinanza dev' essere un'occasione di riqualificazione professionale, non può prescindere dalla scolarizzazione”.

Non è mancata l'opposizione dei sindacati a questa proposta, ma Valditara tira dritto: ”Solita posizione ideologica che scinde lavoro da apprendimento, quindi dalla capacità di svolgerlo. Ma se si è tutti uguali e il merito non si premia, è più facile che si finisca tutti senza diritti piuttosto che tutti ben pagati e soddisfatti. Ben 140mila percettori di reddito di cittadinanza sotto i 30 anni hanno solo la licenza media, e in alcuni casi soltanto la licenza elementare, o neppure quella. Mi creda, contro la povertà è più utile una scuola di cittadinanza piuttosto che il reddito di cittadinanza” conclude il ministro.