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Obiettivo “far ritornare i ragazzi a scuola, per evitare che finiscano nelle fila della criminalità”
“Il fenomeno della dispersione scolastica ha raggiunto livelli di criticità sempre più significativi”, afferma il generale Rosario Castello, il comandante della Legione carabinieri Sicilia, a Repubblica.Il monitoraggio effettuato dal nucleo guidato da Castello è in realtà la conferma dell’allarme lanciato nelle scorse settimane dalla commissione regionale antimafia, che sulla questione relativa alla dispersione scolastica minorile aveva avviato un’indagine e presentato una relazione: “I ragazzini, in assenza di qualsiasi altra proposta offerta di integrazione sociale, sono facilmente preda di dinamiche criminali”, ha quindi confermato il presidente Claudio Fava.
A Catania è stato predisposto un vero e proprio osservatorio per i minori a rischio promosso dalla prefettura, che vede insieme magistratura, Comune e scuola: “Nei primi tre mesi dell’anno sono arrivate 550 segnalazioni di minori che non frequentano la scuola”, spiega il presidente del tribunale per i minorenni di Catania, Roberto Di Bella.
Ed è proprio a Catania che è nato il protocollo con l’Inps, per togliere il reddito di cittadinanza ai genitori che non mandano i figli a scuola. Un’operazione che ha avuto il via libera del Ministero dell’Interno: “Sono già partite le prime 38 segnalazioni all’Inps di Catania”, ha affermato il giudice Di Bella. Intanto, i servizi sociali lavorano sulle famiglie, che verranno convocate anche in tribunale: “L’obiettivo è far ritornare i ragazzi a scuola, per evitare che finiscano nelle fila della criminalità”, conclude Di Bella.
Dispersione scolastica: i ragazzi deviati dalla criminalità
Sempre secondo quanto riportato da Repubblica, il comando provinciale di Ragusa ha svolto un’analisi dettagliata degli 81 scolari che non andavano in classe nella primavera scorsa: “Trenta della scuola primaria, 51 della secondaria di primo grado — spiega il colonnello Gabriele Gainelli — 58 sono di nazionalità italiana, 23 sono stranieri”.Dunque, ad emergere è un forte disagio sociale: “Il fenomeno della dispersione scolastica — dice ancora il generale Castello — richiede un intervento non solo delle forze dell’ordine e delle istituzioni scolastiche per essere affrontato efficacemente, ma anche e soprattutto una corale crescita culturale che rimanda ad un impegno di tutti gli attori sociali ed in primo luogo delle famiglie”.
Proprio per questo, l’osservatorio sui minori a rischio istituito a Catania ha già fatto scattare il rafforzamento della squadra di assistenti sociali del Comune e di esperti dell’Asp. Mentre a Vittoria, in provincia di Ragusa, i nuovi controlli dei carabinieri hanno registrato un rientro dell’emergenza: sono solo pochi i minori che non frequentano più la scuola.