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Valditara: "I precari non sono 250.000 ma 165.000, soprattutto sul sostegno"

La scuola riparte come sempre: con migliaia di precari. E sui numeri è già polemica. L'anno scolastico è iniziato all'insegna di nuove e vecchie tematiche.

Tra queste, l'arruolamento dietro la cattedra degli insegnanti supplenti - ma anche di tutti quei collaboratori amministrativi, scolastici e personale ATA assunti temporaneamente -  ha generato una vera e propria guerra dei numeri tra i sindacati – in particolare la Flc Cgil – e il MIM. Secondo i primi, gli insegnanti precari sarebbero in tutto 250mila: una cifra smentita dal Ministro dell'Istruzione del Merito, Giuseppe Valditara, che ne rileva invece 165mila.

Valditara: "Quest'anno si registrerà una diminuzione del numero dei precari"

Intervenuto nel corso del question time al Senato, il ministro Valditara ha affermato: “Non è vero che attualmente ci sono 250mila precari nella scuola italiana, come affermato da qualche sindacato e da qualche forza politica.

Le supplenze a cui dobbiamo ricorrere per coprire l’organico sono, infatti, pari a 165mila unità, che si ridurranno a 155mila entro dicembre grazie alle assunzioni derivanti dai concorsi PNRR, che sono in via di chiusura”.

Nell'anno corrente, aggiunge il ministro, “si registrerà già una prima diminuzione del numero dei precari, che lo scorso anno e negli anni immediatamente precedenti era pari a 160mila unità”. Inoltre, “va detto anche che la maggior parte dei precari, poco più di 100mila, come d’altro canto riconosciuto anche da alcuni sindacati come Cisl e Uil, sono insegnanti di sostegno, in massima parte chiamati sui cosiddetti “posti in deroga””.

In più, sottolinea Valditara, “per questi posti si rendono disponibili soprattutto docenti privi di specializzazione, il che impedisce qualsiasi ipotesi di loro assunzione a tempo indeterminato, proprio perché la legge stabilisce che devono essere assunti in ruolo docenti specializzati nel sostegno. Per questa ragione noi siamo intervenuti alla radice del problema, dal momento che il sistema universitario non si è rivelato adeguato a coprire le esigenze del sistema di istruzione, istituendo di recente nuovi percorsi di specializzazione, gestiti da INDIRE, riservati proprio ai docenti precari sul sostegno”.

Infine, “va anche detto che, se quest’anno non abbiamo potuto mettere a disposizione per le assunzioni tutti i 65mila posti disponibili, ciò discende dal vincolo, stabilito dal precedente Governo con la Commissione europea, che ci impone di assumere 70mila docenti esclusivamente attraverso i nuovi “concorsi PNRR”. Dunque qualsiasi altra stabilizzazione, qualsiasi altro meccanismo di assunzione non viene considerato ai fini della milestone europea. Fra l’altro voglio subito aggiungere che questa milestone, che dovrà essere realizzata entro il 2026, è collegata all’ultima rata che ammonta a 24 miliardi di euro. Se noi non raggiungiamo questa milestone rischiamo di far prendere al sistema Italia una parte di quei 24 miliardi.

Anche su questo punto, però, va fatta chiarezza. A fronte di questo obiettivo iniziale, oggettivamente irrealistico, siamo riusciti a negoziare una maggiore flessibilità con la Commissione europea, ottenendo una proroga dal 2024 al 2026 del target assunzionale: senza questa flessibilità non sarebbe stato possibile né bandire il concorso per 46mila docenti precari, appena svolto, né assumere i 6mila idonei dei precedenti concorsi. A fronte di ciò, però, abbiamo dovuto accantonare circa 19mila posti per bandire il prossimo concorso PNRR, secondo il nuovo timing richiestoci dalla Commissione. Insomma, se noi avessimo fatto tutte queste assunzioni non avremmo potuto utilizzare le facoltà assunzionali per arrivare al target previsto dalla Commissione”.

Fracassi (Flc Cgil): “Cifra sottostimata”

Gianna Fracassi, segretaria nazionale Flc Cgil, però è di tutt'altro avviso: “La cifra è sottostimata, nella conta non vengono considerati i 40 mila supplenti dei settori amministrativi, dei collaboratori scolastici e del personale Ata”, sostiene a Fanpage.it la numero uno del sindacato, che invece ne calcola “250mila”. E aggiunge: “L’annata è cominciata con un’enorme confusione, cresciuta dopo i cambiamenti fatti dal ministero. Al di là dei concorsi che si susseguono, c’è un’incredibile mole di personale che non verrà assunta a tempo indeterminato e non è stabilizzata. Tra i tanti, si parla di 130 mila docenti di sostegno, 40 mila addetti Ata, 20 mila cattedre vacanti non autorizzate per l’immissione in ruolo e 14 mila docenti in organico. Per non citare le decine di migliaia di supplenze brevi e temporanee”.