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di francesca_fortini
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ultimo giorno di scuola in festa? No, per 1 preside su 6

Sembra ieri che attraversate il corridoio d’ingresso, zaino in spalla e sguardo basso, disperati per la fine dell’estate e il così poco atteso inizio dell’anno scolastico 2013/2014. E invece eccoci qui, a giugno, pronti a riempirci le orecchie con l’ultimo suono della campanella, quella che sancirà la fine di un altro ciclo e l’inizio di quasi tre mesi di spensieratezza.

Fatta eccezione, ovviamente, per chi dovrà sostenere gli esami di Stato: per loro c’è ancora da aspettare prima di tirare il conclusivo sospiro di sollievo! Comunque, l’ultimo giorno di scuola è una tradizione che va rispettata in qualsiasi anno di corso ci si trovi e Skuola.net, che lo sa bene, vi ha chiesto come avete intenzione di adempiere a questo ultimo compito. Tra chi non ha intenzione di alzarsi dal letto, chi organizza gite e pizzate di classe e chi ha già comprato set di palloncini da riempire d’acqua, l’80% è pronto a festeggiare, ma per 1 studente su 6 il preside ha imposto il suo divieto.

BASTA LEZIONI L’ULTIMO GIORNO – 1 studente su 5 lo ammette senza problemi: i prof hanno già promesso che non tedieranno nessuno con spiegazioni, compiti o interrogazioni last minute salva –bocciatura. L’ultimo giorno è sacro e rappresenta, nell’immaginario di ogni ragazzo, più il primo passo verso la lunga pausa estiva che lo step conclusivo dell’anno scolastico. Resta comunque una classe su 5 che non avrà scampo, perché i professori non concederanno sconti a nessuno e si dedicheranno alle lezioni, come in una normale giornata scolastica. Tanti, poi, i ragazzi che confessano “devo recuperare”. E le ultime classi di medie e superiori? “Ripetiamo la tesina” oppure “ci prepariamo per l’esame”.

GAVETTONI? SI’, GRAZIE – Eccola, la vera tradizione dell’ultimo giorno. Allo scoccare dell’ultimo secondo dell’ultima ora dell’anno, 2 studenti su 5 avranno già caricato le pistole ad acqua e gonfiato a dovere la riserva di palloncini. Ma non solo. Uova, schiuma da barba, farina: la guerra sta per iniziare. E non mancano i patentati che, tra motorini e macchine, sono pronti a sfilare per le strade della propria città a suon di clacson e trombette da stadio. E dato che l’ora di uscita da scuola, solitamente, è anche quella del pranzo, perché non riempire i tavolini dei ristoranti locali? “Andiamo a pranzo tutti insieme”, confessa più di uno studente. Anche all’insegna dell’economicità, tra chi ha organizzato pic-nic, grigilate in campagna e “kebbabate”.

FESTE? STOP DAL PRESIDE – Non tutti i presidi d’Italia, però, sono così contenti all’idea di vedere aule, cortili e corridoi della propria scuola infestati da orde di studenti urlanti. Forse per il timore che qualcuno si lasci prendere un po’ troppo la mano e insozzi l’edificio, dentro e fuori, tra acqua, farina e altri simili strumenti, per 1 studente su 6 il preside ha voluto rendere ufficiale il proprio veto. Questo, infatti, il numero degli studenti che ha confessato a Skuola.net di aver ricevuto addirittura una circolare di avviso: niente festeggiamenti dell’ultimo giorno. E per un 15% è arrivato l’avvertimento verbale dei prof a limitare le manifestazioni di giubilo.

Francesca Fortini