
Un allarme arriva dai docenti e dagli esperti: i più giovani dipendono sempre più dagli alcolici e le cose diventano ancora più gravi quando "le bevande" vengono introdotte nelle scuole con sistemi poco ortodossi.
A ribadirlo è anche la dottoressa Laura Suardi, responsabile del Servizio Dipendenze (SerD) di Mirano e Dolo (Ulss 3 Serenissima), in Veneto, in un'intervista a 'Il Gazzettino'."Ormai incontriamo le situazioni più disparate. Comprese le ragazzine del liceo che, al posto dell’acqua, nella borraccia che si portano a scuola mettono i superalcolici, a cui ricorrono come ansiolitici per far fronte alla paura di un compito in classe o di un’interrogazione».
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“Binge drinking”: lo sballo che diventa routine
La nuova frontiera dell’abuso tra adolescenti ha purtroppo un nome preciso: binge drinking, cioè bere più drink uno dietro l’altro in poco tempo.
Secondo la dott.ssa Suardi, "purtroppo tra i ragazzi si sta sempre più allargando la cattiva abitudine del cosiddetto “binge drinking”, cioè l'assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve, anche quattro-cinque di seguito soprattutto il sabato sera e nei fine settimana. Questo aumenta il rischio di sintomi gravi, fino al coma etilico. Va da sé che i casi di abuso e dipendenza stanno aumentando: solo nelle ultime tre settimane, sono arrivate alla nostra osservazione una ragazza a settimana". Un dato, questo, che spaventa.
L'allarme nelle ragazze
Perché, contro ogni stereotipo, oggi sono le adolescenti ad abusare di alcol più dei loro coetanei maschi. "C'è un dato preoccupante che ormai si è affermato: tra le quindicenni l'abuso di alcol è il doppio dei coetanei maschi", spiega l'esperta.
La pandemia da Covid ha solo peggiorato un disagio preesistente, amplificando fragilità e incertezze.
I segnali ci sono. Ma spesso arrivano tardi
Inoltre, nei giovani che abusano di alcol, non sempre la spia del problema è un calo dei voti in pagella. Anzi, la dott.ssa dice: "Spesso, almeno nella fase iniziale del problema, il rendimento scolastico è buono, talvolta ottimo e da questo punto di vista nulla fa pensare che ci sia qualcosa che non va".
Ma col tempo l’alcol lascia i suoi segni. E soprattutto la percezione del pericolo sparisce.
"L'altro giorno una diciottenne che seguo mi ha detto di essere preoccupata per il susseguirsi delle feste per la maggiore età degli amici, ma quando le ho chiesto il motivo mi ha risposto: cosa faccio se finisce l'alcol?".
Bere per riempire un vuoto
Ma cosa potrebbe spingere una dodicenne, una quindicenne o una diciottenne a bere? "Dal punto di vista emozionale c'è un po' di tutto: depressione, scarsa considerazione di sé, desiderio di maggiore riconoscimento". Questa la risposta della dott.ssa. E una ragione potrebbe nascondersi anche dietro le pressioni causate dalle scuola, come l'ansia da prestazione portata dalle interrogazioni o il bullismo.