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Studenti italiani e studenti stranieri a scuole diverse

Dronero, un comune in provincia di Cuneo (Piemonte), le scuole elementari da frequentare la decide... l'origine. Qui, infatti, gli studenti italiani e stranieri vengono divisi

Con i due istituti del centro cittadino che vengono frequentati quasi esclusivamente da bambini di origine straniera, mentre gli altri due situati nelle frazioni accolgono quasi solo studenti italiani.

Il fenomeno, fa sapere ‘Open’, è finito sotto i riflettori del consiglio di istituto di uno di questi plessi, che si è interrogato sulle cause di tale differenziazione e sulle possibili soluzioni.

Visto che, come ha dichiarato un docente, “la separazione dei ragazzini di origini straniere dai compagni italiani è totalmente insensata. Non ci sono motivi comprensibili legati all’apprendimento o al cosiddetto gap linguistico”.

Indice

  1. Scuole per italiani e scuole per stranieri
  2. I motivi dietro la separazione
  3. Il problema della lingua (che non è un vero problema)
  4. La preside: “Una scuola migliore è una scuola multiculturale”

Scuole per italiani e scuole per stranieri

Nel concreto, se per esempio da un lato abbiamo una primaria frequentata per l’80% da bambini stranieri o figli di stranieri, dall’altro abbiamo un istituto elementare dove non si trova nemmeno un alunno di origine straniera. 

I genitori dei bambini italiani, intanto, si difendono: “Ci danno dei razzisti ma è assurdo”, così commentano due madri, ma “semplicemente cerchiamo una scuola dove i nostri figli siano più seguiti e dove tutti vadano avanti assieme”.

Anche la dirigente scolastica condivide questa posizione: “Qualcuno con dei pregiudizi ci sarà, ma io credo che i veri motivi siano altri”.

I motivi dietro la separazione

Una delle differenze tra gli istituti è il modello educativo adottato. Le scuole nelle frazioni seguono un approccio innovativo noto come "scuola senza zaino", che punta sulla partecipazione attiva degli studenti. Un sistema, questo, che attira molte famiglie italiane, che scelgono di iscrivere i propri figli in queste strutture, anche se vivono in centro.

D’altra parte, molte famiglie di origine straniera non hanno la stessa possibilità di scelta. Spesso, spiega ancora ‘Open’, arrivano a Dronero per lavoro, impiegati in fabbriche di biciclette, attrezzature agricole o nei campi. Non sempre dispongono quindi di una rete familiare su cui contare, né tantomento hanno accesso alle stesse informazioni sui sistemi educativi. Di conseguenza, optano per le scuole più vicine a casa. Accorgendosi che, però, i propri figli sono di fatto isolati.

Ad esempio, un genitore di origine romena, appena arrivato in paese, ha espresso il proprio disappunto alla preside: “Come mai nella nostra scuola non ci sono bambini italiani? Noi vogliamo che nostro figlio impari in fretta la lingua, i modi, la vita”.

Il problema della lingua (che non è un vero problema)

Nonostante le preoccupazioni di alcune famiglie, il divario linguistico tra studenti italiani e stranieri è spesso meno significativo di quanto si possa pensare. Molti bambini stranieri sono nati e cresciuti in Italia, parlano perfettamente la lingua e hanno un livello di apprendimento del tutto analogo ai coetanei italiani.

Nei dati analizzati dal consiglio scolastico, sono solo 15 gli studenti classificati come "Nai" (Neo Arrivati in Italia). Tuttavia, il sindaco di Dronero sottolinea un altro aspetto della questione: “Non si possono mettere paletti alle scelte dei genitori. Però si potrebbe lavorare di più sul coordinamento tra i plessi scolastici. Potremmo investire nel trasporto, in un servizio di bus tra le scuole, in modo che ci sia maggiore compresenza”.

Il primo cittadino, guardando poi al futuro, aggiunge: “Se per incanto domani i quasi 1.300 stranieri che abitano qui sparissero, chiuderebbero le scuole, i negozi, le fabbriche e la frutta resterebbe sempre sugli alberi. Dronero si impoverirebbe. E di molto”.

La preside: “Una scuola migliore è una scuola multiculturale”

Di fronte a questa situazione, la preside di uno degli istituti ha lanciato un appello alle famiglie: “Chiedo a tutti i genitori di partecipare attivamente alla vita della scuola. Insieme troveremo il modo per fare una scuola migliore per tutti. E una scuola migliore è una scuola multiculturale. Su questo non ho dubbi: la multiculturalità è un punto di forza”.