ImmaFer
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Studente escluso da chat di classe

L'esclusione sociale, anche se avviene nel contesto virtuale delle chat tra compagni di classe, può avere un impatto significativo sulla crescita emotiva di un adolescente. 

Il caso di Filippo, raccontato dalla madre in una lettera a 'La Repubblica', diventa spunto di riflessione sul ruolo che l'inclusione nella vita di un adolescente. 

Indice

  1. Un cambiamento difficile
  2. L’esclusione dalla chat
  3. La risposta della psicologa
  4. Amicizie difficili: come affrontarle
  5. Non sostituirsi, ma incoraggiare
  6. Un piccolo gruppo può bastare

Un cambiamento difficile

Filippo, un ragazzino sensibile e introverso, ha sempre avuto un buon rapporto con i compagni delle scuole medie, racconta la madre.

Tuttavia, con l'inizio del liceo, la situazione muta: "Un grande cambiamento, è dovuto ripartire da zero."

Filippo ha legato con tre ragazzi, racconta la madre, "ma dopo una partita, qualcosa si è rotto e i suoi compagni hanno cambiato atteggiamento con mio figlio". 

L’esclusione dalla chat

Filippo non si rende conto subito di essere stato estromesso dalla chat. Quando Filippo scopre la verità, è visibilmente turbato. La causa della sua esclusione, racconta ancora la madre, sembra risiedere in un litigio con un amico per un fallo durante una partita.

Nonostante il litigio sembri risolto, la situazione non migliora: "Filippo è stato estromesso dalla loro chat e nessuno gli ha detto nulla".

La risposta della psicologa

"Le domande di questa mamma fanno riflettere su quanto i nostri bisogni protettivi debbano lasciare spazio, a volte, alla durezza delle esperienze che i figli devono vivere per crescere, rinforzarsi ed imparare ad affrontare le difficoltà autonomamente", afferma la psicologa Maria Claudia Biscione, su 'La Repubblica'. Secondo l'esperta, è importante che i ragazzi imparino anche a gestire le difficoltà relazionali

Amicizie difficili: come affrontarle

L’esperta suggerisce che, anche se Filippo si sente escluso, potrebbe trovare un nuovo equilibrio: "Filippo dovrebbe cercare delle persone in linea con il proprio modo di essere, anche se questo significa cercarle, per un adolescente, fuori dal contesto scolastico". La psicologa consiglia quindi di "provare a stringere un rapporto con uno o due della classe, maggiormente in linea con la sua sensibilità".

Non sostituirsi, ma incoraggiare

La madre esprime il timore di intervenire troppo nella situazione, rischiando di peggiorare le cose. Biscione concorda: "Sono d’accordo con la perplessità di Loredana di non sostituirsi al figlio ma spingerlo, invece, a trovare la sua strada nel provare a chiarirsi e a strutturare nuove alleanze", dice la psicologa.

Un piccolo gruppo può bastare

Biscione conclude riflettendo sull'importanza di costruire legami autentici. "Non dobbiamo dimenticarci che per essere sereni e sentirci in sintonia con il mondo, può bastare anche solo un mini gruppo di amici". 

"Ciò che conta è non sentirsi soli, non sentirsi emarginati perché diversi". Loredana, quindi, potrebbe fare un passo indietro, lasciando che suo figlio affronti questa difficoltà: "A volte le nostre ansie genitoriali diventano le ansie anche dei nostri figli".

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