ImmaFer
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Smartphone a scuola, cosa dicono i primi risultati dove sono già vietati

La linea è stata tracciata: sempre più Paesi stanno dicendo stop all’uso degli smartphone a scuola. E i primi dati, laddove il divieto è già operativo, dicono che potrebbe essere una scelta azzeccata.

A meno di due anni dall’introduzione dello stop alla presenza dei cellulari in alcune scuole europee, iniziano ad arrivare i risultati della sperimentazione: più attenzione, più interazioni tra compagni, meno ansia. Un cambiamento che coinvolge ormai due scuole su tre nei Paesi dove la misura è già in vigore.

Ecco i casi europei già in essere.

Indice

  1. Il caso dell’Olanda: meno distrazioni, più socialità
  2. Francia, stretta in arrivo: telefoni sigillati fino all’uscita
  3. Anche Regno Unito e Spagna
  4. Italia, il divieto arriva alle superiori
  5. Più dialogo, meno notifiche
  6. Italia, primi dati in arrivo: con lo smartphone cala il rendimento

Il caso dell’Olanda: meno distrazioni, più socialità

Il primo vero “test” è arrivato dall’Olanda. A partire da gennaio 2024, il governo ha approvato delle linee guida per vietare l’uso dei cellulari in classe. In alcuni istituti si chiede agli studenti di lasciare il telefono a casa, in altri invece viene fatto riporre in armadietti chiusi fino al termine delle lezioni.

I primi risultati sono stati rilevati dal Kohnstamm Instituut. Con il 75% degli studenti intervistati che afferma di riuscire a concentrarsi meglio in classe, mentre il 59% nota un miglioramento nelle relazioni tra coetanei. 

Ma c’è di più. Il dottor Alexander Krepel, uno dei ricercatori, ha sottolineato un altro effetto positivo: la sicurezza sociale, non essendo più possibile scattare segretamente una foto di qualcuno in classe e poi diffonderla in un gruppo WhatsApp.

Francia, stretta in arrivo: telefoni sigillati fino all’uscita

La Francia è stata un'altra nazione apripista, con un divieto già attivo dal 2018 per gli studenti tra gli 11 e i 15 anni. Dal prossimo anno scolastico, però, entrerà in vigore una nuova misura: anche chi poteva tenere il telefono spento nello zaino dovrà riporlo in armadietti o tasche con chiusura controllata dagli insegnanti. Il dispositivo potrà essere recuperato solo a fine giornata.

La decisione è arrivata dopo una fase di sperimentazione chiamata “pausa digitale”, a cui hanno aderito un centinaio di scuole francesi. I risultati, secondo il Ministero, sono stati positivi e l’estensione della misura appare ormai inevitabile.

Anche Regno Unito e Spagna

Anche nel Regno Unito, il 90% delle scuole vieta l’uso dello smartphone durante le lezioni. Tuttavia gli studenti possono tenere il cellulare con sé. Secondo uno studio dell’Università di Birmingham, pubblicato su Lancet, questo limite rende i risultati meno efficaci. 

In Spagna, invece, il divieto è attivo da anni in diverse regioni.

Italia, il divieto arriva alle superiori

E nel nostro Paese? Qui il Ministero dell’Istruzione ha già posto il divieto per l’uso degli smartphone nelle scuole elementari e medie. Ora, però, si prepara il passo successivo. Come annunciato dal ministro Giuseppe Valditara, a partire dall’anno scolastico 2025/2026 la norma verrà estesa anche alle superiori.

L’obiettivo è di ridurre al minimo le fonti di distrazione per i ragazzi, favorendo l'apprendimento attivo.

Più dialogo, meno notifiche

Una delle sorprese emerse dai primi bilanci nei Paesi Bassi, è che agli studenti non manca il cellulare. In molti casi i ragazzi arrivano a casa più disponibili al dialogo e meno interessati a controllare le notifiche.

Italia, primi dati in arrivo: con lo smartphone cala il rendimento

Anche l’Italia inizia a fare i conti con l’impatto dell’uso precoce dello smartphone tra i banchi di scuola. Secondo uno studio condotto dall’Università di Milano-Bicocca, il 45% dei ragazzi riceve il primo telefono già al passaggio tra elementari e medie.

I ricercatori hanno analizzato anche le ricadute sull’apprendimento, incrociando i dati con i risultati delle prove INVALSI. Il verdetto: chi apre un account social prima dell’età prevista per legge (14 anni) registra voti più bassi, soprattutto in italiano e matematica. Un impatto non enorme, ma costante, che secondo gli esperti suggerisce una tendenza chiara.

Data pubblicazione 8 Luglio 2025, Ore 12:12 Data aggiornamento 8 Luglio 2025, Ore 14:59
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