
Una domanda che da mesi divide studenti, genitori e insegnanti. Ma per chiarire ancora una volta la linea ufficiale è intervenuto direttamente il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, durante il programma “10 minuti”, condotto da Nicola Porro su Rete 4.
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Il cellulare resta spento
“Il cellulare si può portare a scuola, ma non usare durante la lezione, si tiene nel cassettino o nella borsa per 5 ore”, ha dichiarato Valditara. La posizione del Ministero resta ferma: nessun divieto totale al possesso, ma un uso rigorosamente vietato in classe, per “salvaguardare la salute dei nostri ragazzi e la qualità degli apprendimenti”.
L'educazione all'equilibrio tra digitalizzazione e tradizione
Nel suo intervento televisivo, Valditara ha sottolineato anche il forte impegno del Governo nella digitalizzazione delle scuole italiane: “Abbiamo speso 2 miliardi e 100 milioni di euro per digitalizzare le scuole”. I numeri parlano chiaro: se nel 2021-22 c’era un dispositivo ogni sei studenti, oggi si punta ad arrivare a un device ogni due.
Eppure, proprio in un contesto sempre più digitale, il Ministro rivendica la necessità di recuperare anche strumenti educativi più tradizionali. Tra questi, l’esercizio della memoria: “In un’epoca dove con il cellulare abbiamo dimenticato come memorizzare, è importante rivitalizzare la memoria”, ha affermato, proponendo ad esempio il ritorno allo studio delle poesie. Secondo Valditara, infatti, imparare a memoria arricchisce il linguaggio e stimola l’immaginazione.
Inoltre, nel pacchetto delle nuove Linee guida sull’Educazione civica troverà spazio anche un percorso sull’uso consapevole del cellulare e dell’intelligenza artificiale. Con l’obiettivo non di demonizzare la tecnologia bensì di educare all’equilibrio, non solo al divieto.
Contro la dispersione scolastica: i numeri di Agenda Sud e Agenda Nord
Nel corso dell’intervista, Valditara ha rivendicato anche i risultati raggiunti sul fronte della dispersione scolastica. I progetti Agenda Sud e Agenda Nord, avviati negli ultimi due anni, a quanto pare stanno dando risultati incoraggianti. “Chi non completa il percorso dell’obbligo è crollato all’8,3 per cento”, ha dichiarato il Ministro, sottolineando come sia stato anticipato di cinque anni il traguardo europeo del 9%.
Gli interventi previsti su questo tema includono più insegnanti per il potenziamento pomeridiano, il coinvolgimento attivo dei genitori e l’apertura delle scuole per l’intera giornata, soprattutto nelle aree più fragili del Paese.
Una scuola al servizio degli studenti, nel rispetto dei docenti
E a chi gli chiede se la scuola debba rispondere più agli studenti o ai docenti, Valditara risponde senza esitazioni: “È concepita per gli studenti”. Tuttavia, ha precisato, “serve rispettare l’autorevolezza e l’autorità dei docenti”, a garanzia di un sistema scolastico che funzioni davvero.
La linea del Ministero, dunque, è tracciata: più tecnologia, ma usata con intelligenza. Più memoria, per non dimenticare l’essenza della cultura. E più attenzione agli studenti, senza trascurare il ruolo educativo dei loro insegnanti.
Sullo smartphone in classe, almeno per ora, la risposta resta invece una sola: Sì, si può portare. Ma resta spento.