ImmaFer
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 studenti senza cellulare

Questo nuovo anno scolastico vede tutti gli studenti, di ogni ordine e grado, dover fare a meno dello smartphone per tutta la giornata scolastica. A imporlo è la Disposizione Ministeriale firmata dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha esteso a tutti gli istituti di secondo grado il divieto già attivo nei cicli precedenti, coprendo di fatto tutta la classe studentesca. 

E, dopo le prime settimane di lezione, iniziano ad arrivare i primi riscontri: tra socializzazione ritrovata, creatività inaspettata e difficoltà operative.

Indice

  1. Tornano i giochi di una volta
  2. Difficoltà nei laboratori e nella didattica digitale
  3. Preoccupazioni dei genitori e tentativi di aggirare le regole

Tornano i giochi di una volta

Sui social, in particolare sulla pagina Facebook di 'Orizzonte Scuola', diversi insegnanti raccontano le reazioni dei ragazzi. “Hanno riesumato ‘Nomi, cose e città’! Che disprezzavano profondamente fino all’anno scorso”, scrive un docente. Qualcuno parla di mazzi di carte tirati fuori dagli zaini, altri segnalano il ritorno inaspettato dei “libri da colorare tipo prima elementare”.

Secondo diversi educatori, il clima in classe sembra migliorato: “Ciò li ha portati a socializzare, stare insieme”, conferma un insegnante. A questo si aggiunge una partecipazione più attiva durante le lezioni: “Molti prendono appunti, altri intervengono con domande, pochissimi dormono”.

Un altro elemento che colpisce è l’assenza di “uscite strategiche” durante l’ora: “Non potendo scriversi su WhatsApp, non si mettono più d’accordo per andare in bagno a turno”.

Difficoltà nei laboratori e nella didattica digitale

Se, però, da un lato il divieto sembra aver avuto effetti positivi sulle dinamiche sociali, dall’altro emergono diverse criticità. In particolare le scuole tecnico-artistiche riportano problemi evidenti: “Un disastro per noi che abbiamo l’indirizzo di audiovisivo multimediale, di grafica e di moda”, racconta un insegnante. Qui lo smartphone non era uno strumento di distrazione, ma un supporto per le ricerche visive e le attività pratiche.

Anche sul piano più generale della didattica digitale, molti professori si dicono penalizzati: “Non posso più fare leggere testi dalla classroom”. Oppure: “Non faccio hotspot col cellulare quando la rete non funziona per la lim”.

Le scuole, infatti, non sempre dispongono di connessioni stabili o di dotazioni adeguate per compensare l’assenza dei dispositivi personali.

Preoccupazioni dei genitori e tentativi di aggirare le regole

Voci critiche si trovano anche tra le famiglie. Alcuni genitori segnalano difficoltà nel contattare i figli in caso di emergenza: “Non fanno tenere il cellulare per le emergenze. Il telefono scolastico è sempre occupato”, lamenta una madre. Il timore è quello di non riuscire a comunicare in tempi rapidi in situazioni delicate.

Nel frattempo, c’è chi cerca di aggirare il divieto: “Vanno a scuola con due telefoni e consegnano quello che non usano”, racconta un insegnante, segnalando un tentativo già diffuso tra gli studenti più furbi.

Infine, un piccolo ma curioso effetto collaterale: la mancanza dell’orologio sullo smartphone ha portato a una nuova esigenza logistica. “Docenti stufi di rispondere alla domanda ‘che ore sono’ ogni cinque minuti”, si legge tra i commenti. Diverse scuole stanno valutando di installare orologi da parete in ogni aula.

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