
Lezioni con una temperatura media di 11 gradi, che scende addirittura a sette se ci si sposta nei corridoi.
L'emergenza freddo nelle scuole milanesi non è più sostenibile e per questo il Codacons, l'associazione che tutela i diritti di utenti e consumatori, ha presentato un esposto in Procura.
Come segnalato dal quotidiano Leggo, infatti, in diversi istituti del capoluogo lombardo i riscaldamenti non funzionerebbero a pieno regime dalla ripresa delle attività dopo la pausa natalizia: una situazione che si protrae ormai da quasi un mese, e che ha spinto studentesse e studenti a scendere in piazza.
Temperatura al di sotto dei dieci gradi
Niente di nuovo sotto il Sole: il freddo nelle classi è ormai una problematica che si presenta puntuale nell'inverno di ogni anno scolastico.
E quest'anno non ha fatto eccezione: da una recente survey firmata Skuola.net emerge infatti che alla ripresa delle attività didattiche, dopo la pausa natalizia, il 53% degli studenti è stato accolto in classe da temperature molto basse.
Nel caso in questione, la denuncia, in particolare, arriva da due scuole milanesi: un liceo scientifico e un istituto tecnico, dove da due anni i termosifoni non funzionano come dovrebbero.
Gli studenti, infatti, trascorrono le cinque ore giornaliere tra i banchi di scuola con una temperatura di 11 gradi in classe e addirittura di 7 gradi nei corridoi. Per questo motivo, circa 800 ragazzi, frequentanti le due scuole, hanno scioperato restando fuori dalle aule per denunciare quella che è ormai una situazione insostenibile.
L'esposto del Codacons
Il loro appello è stato raccolto dal Codacons Lombardia: “Non possiamo ignorare l'ennesima dimostrazione di disinteresse da parte delle istituzioni nella gestione di una questione che si protrae ormai da due anni.
- denuncia il presidente Marco Maria Donzelli - l'allarme è suonato forte e chiaro: 800 studenti si sono rifiutati di entrare in classe e hanno manifestato per richiamare l'attenzione su un problema che non può più attendere”.
L'associazione ha quindi presentato una diffida alla Città Metropolitana di Milano per le “gravi carenze nella fornitura del servizio” e un esposto alla Procura per accertare eventuali responsabilità e negligenze.