
Siamo nel 1191, la Terra Santa è devastata dalla terza crociata e la campagna di Riccardo Cuor di Leone inizia, in parte, a far dimenticare le sconfitte degli anni precedenti. Tranquilli, non è un appunto di storia finito per sbaglio nelle news, ma l’ambientazione di un videogioco molto noto che presto potrebbe essere studiato a scuola dai ragazzi, Assassin’s Creed.
IMPARO MEGLIO SE GIOCO – La proposta è partita da Cesare Rivoltella, professore di “Tecnologia dell’Apprendimento” all’Università Cattolica di Milano che, durante un intervento tenuto al convegno “Giovani e Internet”, si è soffermato proprio sul famoso Assassin’s Creed.
“L’apprendimento dei giovani è migliore” ha spiegato il docente universitario “si impara provando e riprovando. L’ambiente è normalmente attraente: non si sanziona mai l’errore in maniera definitiva, si distribuiscono gratificazioni e le regole vengono apprese implicitamente. C’è poi il gruppo di affinità che crea legami molto forti tra i giocatori”.VIDEOGIOCHI IN CLASSE – Le affermazioni di Rivoltella si basano su una ricerca svolta in sette Paesi europei, al termine della quale è stato dimostrato, appunto, che la tecnologia ha un impatto positivo sull’apprendimento degli studenti. Questo perché i ragazzi hanno bisogno di essere stimolati e di sperimentare metodi sempre nuovi. A scuola, normalmente, questo non succede, anzi: l’ambiente è noioso e l’insegnamento dà poche gratificazioni.
PAROLA D’ORDINE: SPERIMENTARE – I risultati della ricerca sono chiari: i ragazzi hanno bisogno di novità e di sperimentarsi. In poche parole di mettersi in “gioco” anche a costo di allontanarsi dai tradizionali metodi educativi e, perché no, anche di divertirsi.
Serena Rosticci