
Anche chi non ha studiato latino capisce che per "otium" si intende "tempo libero". Un bel dolce far nulla che potrebbe, non solo essere concesso in classe, ma diventare una vera e propria materia. A parlarne è un appunto che il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ha presentato a Bruxelles.
Anche Massimo Gramellini gli dedica il suo "Buongiorno" su LaStampa.it. Poi più niente, il web tace. E il mistero sull'ora di otium si infittisce.
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UN'ORA PER PENSARE - Che poi non si tratta proprio di ozio è un'altra faccenda. Infatti, secondo quanto riportato da Gramellini, sembrerebbe che nell'appunto della Giannini sia scritto che: "È necessario creare all’interno dei programmi e dei curricoli un’ora di 'otium', di pensiero dedicata al dialogo e alla sociabilità civile; non un insegnamento trasmissivo e prescrittivo di valori astratti, ma un’ora di libertà europea dell’ascolto e della cittadinanza che dalla discussione delle convinzioni trovi le ragioni di un dialogo".
LA RIVINCITA DELL'ORA NEGATA - Insomma, non un'ora per poltrire e fare quello che vi pare, ma un'ora per pensare e parlare. Un'ora tutta dedicata alla "sociabilità civile", che tradotto dal linguaggio ministeriale a quello di noi comuni mortali vuol dire dell'insieme di elementi, dei gruppi e delle loro relazioni all'interno della società. Sembrerebbe un po' un'ora dedicata a capire quello che accade ogni giorno intorno a noi. Un'ora che spesso gli insegnanti vi negano a causa del tempo fin troppo perfettamente scandito dai programmi didattici. E che ora, salvo precisazioni e smentite al riguardo, potrebbe persino diventare materia curricolare.
Serena Rosticci
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