
La scuola italiana continua a viaggiare a due velocità. I problemi principali si riscontrano sulla qualità dell’edilizia scolastica. È quanto fotografa il XXI rapporto Ecosistema digitale 2020 di Legambiente.
Secondo i dati registrati alla fine dell'anno scorso, 1 istituto su 2 non dispone ancora del certificato di agibilità. E, tra Nord e Sud, si allarga la forbice delle disuguaglianze sul fronte dei servizi essenziali, come mense e scuolabus. Ma il report contiene anche degli spunti per sperare: un possibile slancio potrebbe arrivare dalle risorse messe a disposizione dai fondi del PNRR per l'istruzione, in buona parte destinati alla costruzione di nuovi edifici (fino a 600) e alla ristrutturazione e messa in sicurezza di quelli fatiscenti con la relativa messe in sicurezza.
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Scuole decadenti e poco "sostenibili"
Nel frattempo, però, secondo Legambiente nel nostro Paese il patrimonio dell’edilizia scolastica è “vetusto e poco sostenibile”. Almeno la metà degli edifici necessitano ancora di un certificato di collaudo (46,8%) e sempre la metà delle strutture censite (7.037 edifici scolastici di 98 capoluoghi di provincia) non ha ottenuto l’attestazione di agibilità (49,9%). Scarsa anche l’attenzione nei confronti della prevenzione incendi (solo il 43,9% delle strutture possiede la certificazione). Infine, sono pochissime le scuole costruite nel corso dell’ultimo anno ed è pressoché nulla l’applicazione dei criteri di bioedilizia: appena lo 0,9% dei nuovi edifici rientra in questa categoria.Un report, quello di Legambiente, che più in generale ci restituisce un quadro nettamente peggiorato rispetto agli anni precedenti: sono aumentati nell'ultimo periodo gli edifici che necessitano di manutenzione urgente (41% contro il 29,2% del 2019). Una delle poche note positive riscontrare dall'associazione ambientalista riguarda lo sforzo rivolto nella realizzazione di nuove aule e nel recupero di classi troppo piccole o inutilizzate. Inoltre, complice il sopraggiungere della Dad, il 61% dei Comuni presi in esame pare aver potenziato la rete Internet e completato il cablaggio della stessa.
Divario Nord e Sud: a mancare sono i servizi essenziali
E poi c'è il solito, annoso, problema: andare a scuola al Nord o al Sud, in Italia, fa ancora la differenza. Troppi i principali servizi che nelle regioni meridionali non sono pienamente garantiti e che riguardano la scuola, ma non solo.Solo il 16% degli studenti residenti al Sud e nelle Isole, ad esempio, pratica il tempo pieno in classe, a fronte di un ben più cospicuo 43% nelle regioni del Nord. Percentuale più alta, comunque non sufficiente, quella degli alunni che possono usufruire del servizio mensa a scuola: 47,9% al Sud, contro però il 65,5% del Nord. Del tutto irrisorie, invece, le percentuali che riguardano i servizi scuolabus o forme di trasporti alternativo per studenti (come pedibus o bicibus) presenti al Sud: il dato registrato nel Mezzogiorno (13,6%) nelle regioni settentrionali è più che raddoppiato (29%).
I problemi principali, però, rimangono quelli strutturali: il 56% degli edifici scolastici del meridione d’Italia necessita di interventi urgenti, a fronte del 36% delle scuole del Nord. Su tutto, la presenza diffusa di aule fatiscenti o troppo piccole per riuscire a contenere intere classi; un gap, questo, importante soprattutto in un momento di lenta ripresa post Dad come questo, dove distanziamento e sicurezza dovrebbe essere elementi imprescindibili e garantiti a tutti gli studenti.
PNRR: 17 miliardi per risanare le scuole e costruirne di nuove
Una situazione allarmante quella descritta sinora che, si spera (almeno questo è il messaggio lanciato da Legambiente), potrà essere migliorata grazie ai fondi che verranno stanziati per la scuola con le risorse messe a disposizione dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a partire da novembre 2021. Saranno, infatti, ben 17 i miliardi previsti per questo settore, che verranno utilizzati per risanale e riqualificare le strutture più fragili e maggiormente soggette a terremoti e fenomeni di dissesto.Nel dettaglio, i fondi del PNRR destinati alle scuole verranno così ripartiti: 500 milioni per la ristrutturazione degli edifici; 800 milioni per la costruzione di nuove scuole (considerando che, in base a delle proiezioni, il costo medio di una scuola è di circa 1,3 milioni di euro, Legambiente quantifica che si possa parlare di circa 600 nuove edificazioni); 300 milioni per la realizzazione delle palestre interne agli istituti; 400 milioni per le nuove mense.
"Ora più che mai, con le ingenti risorse del PNRR previste anche per le scuole, l’asticella della sfida in termini di messa in sicurezza, riqualificazione e sostenibilità ambientale si fa sempre più alta. La scuola – dichiara Claudia Cappelletti, responsabile nazionale scuola Legambiente – è al centro della transizione ecologica nella doppia e interconnessa veste di principale leva educativa e culturale del Paese che deve interpretare le sfide di cambiamento alle quali educare le nuove generazioni e nello stesso tempo beneficiaria di risorse e opportunità, per essere messa nelle condizioni di essere capace di assolvere a questo ruolo. La qualità diffusa dell’edilizia scolastica e l’accesso per tutti e in tutti i territori ai servizi connessi alla scuola, è una parte dirimente del ripristino di queste condizioni. Investire fortemente nella sostenibilità ambientale, riteniamo, possa tenere assieme queste due velocità della transizione ecologica".
Maria Zanghì