
Quella dell'Ipsia "G. Puecher - A. Olivetti" di Rho sembra davvero essere una formula vincente, soprattutto in relazione al futuro degli studenti. Nell'ultimo anno infatti, per i 48 maturandi dell'istituto – in questi giorni impegnati nella Maturità – la tabella di marcia è stata impegnativa, ma anche produttiva.
Due giorni alla settimana di normale attività didattica e tre giorni di attività formative in azienda: questa la ricetta dell'Istituto lombardo. Un esperimento nato seguendo l'articolo 43, istituito nel 2015, con il Jobs Act, che regola l'apprendistato professionalizzante. Così i ragazzi, durante il percorso di studi, hanno avuto la possibilità non solo di affacciarsi al mondo del lavoro, ma di toccare con mano i processi produttivi. E, nel 90% dei casi, dopo la scuola gli studenti vengono assunti direttamente dall'azienda.
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Sinergia tra scuola e aziende: la ricetta dell'Ipsia "G. Puecher - A. Olivetti"
L'Istituto è tra le poche scuole lombarde che nel 2019 hanno attivato l'apprendistato. Il risultato è stata una sinergia che pian piano si è creata tra realtà scolastica e aziende. ”Quest’anno abbiamo una quarta con 8 studenti e una quinta con 9 impegnati in attività professionalizzanti.— racconta la vicepreside Carla Falcone al Corriere della Sera —. I contratti dei diplomati termineranno, per legge, il 31 luglio, ma diverse aziende ci hanno già comunicato che i ragazzi continueranno a lavorare con loro”. Prosegue quindi il trend positivo registrato nell'istituto che lo scorso anno ha visto assumere due dei suoi studenti, tra i cinque impegnati nell'apprendistato.
Il preside: “Così combattiamo la dispersione scolastica
La ricetta della scuola lombarda funziona non solo in termini occupazionali ma anche per combattere il fenomeno dell'abbandono scolastico. Di questo ne è certo il preside, Emanuele Contu che rilancia e promette novità nel prossimo futuro: ”Nei prossimi anni amplieremo gli indirizzi coinvolti, perché è un’equazione vincente per tutti: per gli studenti, per la scuola e per le imprese del territorio. A questo proposito, mi ha colpito la grande voglia di molti imprenditori di “insegnare il mestiere”: c’è il desiderio, oltre al bisogno, di passare ai più giovani esperienze e competenze che si teme altrimenti vadano perduti, specialmente nelle piccole e medie imprese, che stanno sul mercato grazie alla qualità della loro produzione”.