
Come varia il gap tra studenti svantaggiati e compagni più fortunati nel corso della vita, dopo il diploma, in termini di abilità in Lettura e Matematica? E' questo il tema dell'ultimo focus Ocse, dal quale emerge che la scuola italiana riesce meglio delle altre (in Europa) nel ridurre il gap tra studenti provenienti da differenti condizioni sociali per quanto riguarda le competenze linguistiche e matematiche.
In particolare, per quanto riguarda l’inclusione dei ragazzi delle scuole superiori provenienti da famiglie con una condizione non favorevole.Come riporta LaRepubblica.it., secondo il confronto tra i dati delle indagini Ocse-Pisa sulle competenze scolastiche e sulle competenze degli adulti (26/28 anni), in Italia le differenze socio-economiche di partenza pesano meno, ma ritornano a farsi sentire dopo l'uscita dalla scuola. L'indice che misura la differenza per quanto riguarda la preparazione tra soggetti più e meno fortunati tra i 15enni, riguardo alle competenze linguistiche è di 0,45 per l’Italia, mentre a livello Osce sale a 0,48.
Nel resto del mondo
Il divario tuttavia sale dopo il diploma, anche per il nostro paese, e supera la media Ocse sui soggetti di 27 anni: sarebbe di 0,67, in Italia, e 0,61 a livello internazionale. Le differenze di prestazione tra studenti avvantaggiati (quindi con almeno un genitore laureato e con oltre 100 libri a casa) e svantaggiati (con meno libri e genitori con un livello di istruzione più basso) crescono comunque in tutti e 20 i paesi oggetto dello studio, ad eccezione di Canada, Stati Uniti e Korea.