Lorena Loiacono
di Lorena Loiacono
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Scrutini e recuperi: se in cattedra ti ritrovi il nonno prof?

Il docente per i corsi di recupero, ora, arriva dalla pensione. E’ in crescita la tendenza a far tornare in cattedra gli ex prof, ormai a riposo, che possono vantare un enorme bagaglio di esperienza e saggezza e soprattutto, il che non guasta per le magre casse scolastiche, non costano nulla.

Volontariato puro.

COME AFFRONTARE IL NONNOPROF? – E allora, se in cattedra nel periodo estivo vi doveste ritrovare un prof sconosciuto per lo più in pensione, come comportarsi? Innanzitutto ricordatevi che, di fronte a voi, c’è un docente che insegna per il puro piacere di insegnare e per l’amore nei confronti della scuola. Senza stipendio né alcun tipo di remunerazione, il prof in pensione è lì solo per voi. Che cosa significa? Che navigate sulla stessa barca: il vostro successo, sarà il loro successo. Non dovranno giudicarvi ma solo aiutarvi nell’apprendimento. Non solo, il prof in pensione vanta un bagaglio di esperienze ineguagliabile, proprio per il fatto di aver già vissuto l’intera carriera scolastica, più di qualunque altro prof ancora in attività. Quindi potete chiedergli di tutto: dai consigli sulla materia da recuperare a quelli per il futuro. Il prof in pensione, rispetto a quello di ruolo, è un po’ come il nonno rispetto ai genitori: vi aiuta e vi coccola, per prepararvi al meglio. Mentre le marachelle, quelle da nascondere a mamma e papà, le tiene per sé. Insegnamento e benevolenza, è questo il mix perfetto del nonnoprof!

IL CASO- A denunciare la situazione è il sindacato Anief: “un’opera di mero volontariato – spiega il segretario Marcello Pacifico - è successo qualche mese fa a Brescia. Qualche giorno fa a Bolzano. Ed ora sta accadendo a Barletta, Andria e Trani, dove la Giunta provinciale ha deliberato di approvare l’iniziativa dell’istituzione di un Albo informale di docenti e professionisti in pensione disponibili a mettere a disposizione degli studenti gratuitamente la propria esperienza didattica e professionale per realizzare attività di recupero e/o sostegno in favore dei medesimi studenti”. E nasce l’albo dei pensionati.

SENZA CORSI UNA SCUOLA SU DUE - Il motivo? La difficoltà sempre maggiore per le scuole di organizzare i corsi di recupero tanto che ormai metà degli istituti non li attivano. Una necessità che la Giunta pugliese riconduce alla “ormai tristemente famosa Spending Review”, che “ha ridotto, per lo più cancellato, questa opportunità disattendendo il principio, costituzionalmente garantito, del diritto/dovere all’istruzione”. E anche questo è vero, perché nell’anno in corso alle scuole italiane per il miglioramento dell’offerta formativa non sono arrivati i 1.480 milioni di euro del 2010/11, ma appena 521 milioni (con la promessa di un lieve incremento, a tutt’oggi mai concretizzato).

Lorena Loiacono