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Tra scioperi

Le scuole hanno riaperto le loro porte agli studenti al 100% della presenza da poco meno di due mesi, ma la necessaria esibizione del Green Pass per tutti i lavoratori della scuola, fin dai primi giorni di settembre, ha portato a proteste e malumori.
Di conseguenza, è evidente che i disagi nel comparto scuola, tra docenti assenti perché sprovvisti di certificazione o in sciopero, non manchino.

I problemi, inoltre, non riguardano solamente professori e personale, ma anche le famiglie. Non pochi sono stati i casi di ritiro dei bambini dalle scuole da parte dei genitori per applicare forme di homeschooling per evitare gli ambienti scolastici.
Ma come sta effettivamente procedendo la scuola italiana in questo periodo? Per fare il punto della situazione, in queste settimane tanto complesse, Skuola.net ha chiesto aiuto a Cristina Costarelli, presidente ANP Lazio e preside del Liceo Newton di Roma, che ha provato a spiegare in breve la realtà negli istituti in questi tumultuosi giorni.

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Le proteste no-Green Pass sono arrivate anche nelle scuole

Dopo aver assistito in questi mesi a molte manifestazioni contro l’obbligo di Green Pass, dapprima specificamente nel comparto scuola, e solo ultimamente estese a tutte le frange di lavoratori pubblici e privati, è naturale chiedersi quale sia stata la partecipazione di professori e personale scolastico.

Rispetto alla partecipazione dei professori, dei numeri reali, oggettivi, non è possibile averli” chiarisce subito Cristina Costarelli, portando quindi la discussione su un mero ragionamento numerico: “Si possono fare delle stime, partendo da un dato che, a settembre, rispetto ai non vaccinati era di 138.000”. La presidente ANP Lazio spiega anche che solo una parte di questi 138.000 non ancora vaccinati sono da considerarsi no-Green Pass, in quanto una parte di questi, ogni giorno, all’ingresso a scuola presenta il proprio certificato verde ottenuto tramite tampone. Innegabile però che si tratti, anche nel mondo scolastico, di “una partecipazione importante”, afferma Costarelli, ma “non estensiva”, puntualizza la preside, assicurando quindi che “non riguarda la maggior parte delle scuole.”

Inoltre, in più di un’occasione gli scioperi di queste settimane sono stati definiti “a oltranza”, ma nelle scuole “ogni docente può scioperare un giorno”, racconta Costarelli. “Quindi sicuramente è un disagio importante che si aggiunge, in molte situazioni, a delle criticità già preesistenti, come l’assenza di docenti” conclude in merito la preside.

Green Pass e docenti: si ricorre ai supplenti per i prof sospesi

L’obbligo di esibire il Green Pass è realtà a tutti gli effetti nelle scuole italiane. I docenti che non rispettano questo diktat incorrono nell’assenza ingiustificata fino a 5 giorni, dopodiché parte la sospensione che può avere una durata massima di 15 giorni, come stabilito dalla Legge 133 del 2021, che ha trasformato in legge il Decreto Legge del 6 agosto. Ma in teoria la didattica non si dovrebbe interrompere a causa di un prof sprovvisto di Green Pass. Infatti, per assicurare il normale svolgimento delle lezioni a tutti gli studenti, durante il periodo di sospensione del docente di ruolo, viene chiamato un supplente.

Il supplente avrà un contratto a tempo determinato “per il periodo che si decide di contrattualizzare”, spiega Costarelli, e continua: “Ciò significa che se il docente sospeso si regolarizza al sesto giorno, e invece è stato fatto un contratto al supplente per 15 giorni, comunque il docente sospeso rientra dopo 15 giorni”. Misura considerata da Costarelli stessa come “rispettosa della situazione degli studenti”, in quanto “stabilire un tempo fisso di attività del supplente è giusto, corretto e rispettoso del diritto allo studio degli alunni.”

Homeschooling: perché i presidi non sono d’accordo

La richiesta da parte dei genitori di ritirare i figli dalle scuole per iniziare un percorso di homeschooling e di istruzione parentale è in crescita. Addirittura ci sono stati casi di cosiddette “scuole clandestine no-vax" in Alto Adige. L’istruzione a casa non è, in realtà, nulla di nuovo, ma anzi è una possibilità prevista dal nostro sistema scolastico. In questi mesi però sta aumentando la sua platea per diversi aspetti, “da un lato per un discorso di paura del contagio”, spiega Costarelli, mentre dall’altro lato “può essere sicuramente legata alla questione di scelte no-vax”.

Per la preside del Liceo Newton la scuola ha “un valore diverso rispetto all’homeschooling, nella scuola è possibile tutta una dimensione di relazione, di comunicazione, di affettività”, commenta esprimendo un parere personale in merito, che continua analizzando la situazione attuale dei ragazzi: “anche alla luce di tanti disagi che stiamo registrando da un anno e mezzo ad oggi, derivanti da una situazione di isolamento, di solitudine dei nostri alunni, che sicuramente una scelta come l’homeschooling può favorire.

Ancora di più sono convinta di questa posizione quando diventa una via di fuga dal rispetto di alcune norme, oppure anche quando nasconde delle paure legate alla situazione sanitaria”, infatti secondo la preside, nonostante le preoccupazioni in merito al pericolo Covid siano comprensibili, “è anche vero che se le autorità sanitarie ci dicono che a scuola si può stare, nel rispetto di alcune indicazioni” sottolinea Costarelli, che conclude con una considerazione frutto dell’esperienza degli anni, in particolare di questi ultimi: ”è bene che gli alunni stiano a scuola”.