
PASSO INDIETRO - Le polemiche che ne sono seguite hanno portato il Ministero a fare retromarcia. Gli incentivi economici erogati agli studenti meritevoli tra i 14 e i 18 anni "non costituiscono borse di studio tassabili quali redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente in quanto non sono finalizzati a sostenere la frequenza di specifici corsi di istruzione".
NUOVA INTERPRETAZIONE - L'Agenzia delle entrate, con una nota del 28 ottobre, rivede l'interpretazione data con la risoluzione 156 del 12 giugno 2009, "a seguito- spiega la nota- di una più approfondita analisi della materia effettuata su indicazione del ministro dell'Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti". Attraverso il riconoscimento di eccellenze conseguite in ambito scolastico, infatti, "gli incentivi perseguono la finalità di interesse generale di stimolare e accrescere in senso ampio l'interesse degli studenti al conseguimento di un più elevato livello di formazione culturale e professionale". I bonus, dunque, sono salvi.
SODDISFATTI - Non possiamo che applaudire alla decisione del Ministro: si è reso conto che si è trattata di una vera e propria gaffe. Già le borse di studio sono esigue, se in più ci si mettono le tasse. Insomma i 100 e lode possono dormire sonni tranquilli, il loro meritato bonus è salvo!