
Dodici dicembre 1969, piazza Fontana (Milano), pieno pomeriggio. Nella sede centrale della Banca Nazionale dell'Agricoltura c'è ancora un discreto via vai. Alle ore 16:37 una violenta esplosione devasta l'intera area, provocando la morte di 17 persone e ferendone altre 88: è l'inizio degli Anni di Piombo, uno dei periodi più bui per l'Italia Novecentesca.
Con questo termine si indica, infatti, un'epoca – che va dal 1969 al 1984 – in cui gli attentati terroristici hanno profondamente segnato il nostro Paese. Rapimenti, agguati, attentati: quella dell'Italia degli Anni di Piombo è una storia piena di ombre, dubbi e misteri.
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Cos'era la strategia della tensione?
Ad oggi, ricostruire questo preciso momento storico è una vera impresa. All'appello mancano ancora i responsabili di questi crimini così efferati, nonché – in alcuni casi – il movente degli attentati. Gli storici affermano che gli Anni di Piombo hanno origine dalla cosiddetta 'strategia della tensione', una teoria politica che indica l'intenzione di creare una situazione di paura diffusa tra la popolazione, attuata mediante l'organizzazione e la realizzazione di atti terroristici. L'obiettivo di questo piano sovversivo era quello di destabilizzare il sistema politico e la società italiana; perché come scrivono Arbel ed Edelist in 'Wester intelligence and the collapse of Soviet Union': “In una situazione di persistenza della guerra fredda a livello internazionale, tale instabilità avrebbe bloccato il progressivo spostamento dell'asse politico e governativo verso le forze di estrema sinistra”.
Di contro, oggi gli storici affermano con certezza che dietro diversi attentati vi era una matrice di estrema destra: infatti, secondo gli addetti ai lavori, tali attentati terroristici avevano lo scopo di seminare il terrore tra la popolazione, in modo da legittimare l'instaurazione di un governo di tipo autoritario o addirittura colpi di stato da parte di forze politiche, o comunque organizzate, generalmente gravitanti nell'area neofascista. Ma non è tutto. Nel 1990, nell'effettuare un'analisi degli attentati avvenuti nella prima fase della strategia della tensione, Fiorenza Giorgi, giudice per le indagini preliminari di Firenze, porta alla luce un elemento inquietante: gli attentati dei gruppi eversivi, sia di destra che di sinistra, vennero coperti dal SID, più comunemente noto come i Servizi Segreti.
La lotta armata
Crimini simili – alcuni mai rivendicati -, obiettivi diversi, dunque: per l'estrema destra quello di restaurare un regime di stampo fascista, per la sinistra extraparlamentare, che orbitava nell'area URSS, quello di portare la lotta operaia a un livello successivo (come voleva poi il comunismo sovietico). Di certo c'è che lo stragismo in Italia portò i risultati sperati: la crescente tensione si ripercosse anche nel mondo politico, aumentando la distanza tra destra e sinistra. Negli anni seguenti l'attentato di piazza Fontana, le trasformazioni delle organizzazioni terroristiche portarono a quella che fu chiamata 'lotta armata'. Che altro non era se non un inasprimento delle violenze quotidiane da entrambe le parti, tavolta anche perpetrando omicidi politici. Tra le prime vittime ci furono due magistrati: Francesco Coco e Vittorio Occorsio, uccisi nel 1976, il primo dalle Brigate Rosse, a Genova, e il secondo a Roma, da un militante di Ordine Nuovo.
Strage di piazza Fontana: cosa è successo il 12 dicembre 1969?
Il 12 dicembre del 1969 nella sede centrale della Banca nazionale dell'agricoltura di piazza Fontana, a Milano, intorno alle 16.30, un ordigno di elevata potenza esplose, causando la morte di 17 persone ed il ferimento di altre 88. Nello stesso giorno, tra le 16.55 e le 17.30, altre tre esplosioni si verificarono a Roma: una, all'interno della Banca nazionale del lavoro di via San Basilio; altre due, sull'Altare della Patria di piazza Venezia. Attentati che 'fortunatamente' provocarono solo danni e feriti e che ancora oggi esigono giustizia. Proprio così, nonostante le indagini individuassero nell'organizzazione di estrema destra 'Ordine Nuovo', i processi si sono sempre conclusi con l'assoluzione degli imputati.
L'omicidio di Aldo Moro: cosa è successo il 9 maggio 1978?
Cinquantacinque giorni di prigionia culminati con la morte: è il triste destino a cui andò incontro l'Onorevole Aldo Moro. Sequestrato il 16 marzo 1978 dalle Brigate Rosse, organizzazione terroristica di estrema sinistra, il deputato della Democrazia Cristiana rimase nel covo di via Moltalcini per quasi due mesi. Il 9 maggio, poi, i terroristi lo fecero salire nel portabagagli di una Renault 4 rossa dicendogli di doverlo trasportare altrove, ma una volta coricato e nascosto da una coperta, gli spararono dieci proiettili. Il corpo dell'Onorevole venne rinvenuto in via Caetani, nella stessa automobile. Nelle stesse ore, venne ritrovato anche il corpo di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia sui binari della ferrovia Palermo-Trapani nella notte. La sua morte, però, passò decisamente in sordina, rispetto alla fine dell'Onorevole.
La bomba alla stazione di Bologna: cosa è successo il 2 agosto 1980?
Agli omicidi dei magistrati Coco e Occorsio segue quello del sostituo procuratore Mario Amato, assassinato con un colpo di pistola alla fermata dell'autobus di viale Jonio a Roma. Il giudice aveva ereditato diversi fascicoli sull'eversione di estrema destra e, forse proprio per questo, fu messo a tacere. E, poi, un'altra delle stragi che ancora oggi ricordiamo con orrore. Il 2 agosto 1980, alle ore 10:25, nella sala d'aspetto di 2° classe della stazione ferroviaria di Bologna, un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, esplode causando il crollo dell'ala ovest dell'edificio. Alla fine il bilancio delle vittime è altissimo: si contano 85 morti.
Da lì inizierà uno degli iter giudiziari più lunghi della storia repubblicana, che porterà alla luce i rapporti di collaborazione tra gli ambienti neofascisti, Loggia massonica P2, servizi deviati e criminalità organizzata (banda della Magliana e camorra). Nel 1995 la Corte di Cassazione confermò la condanna all’ergastolo per Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro - appartenenti al gruppo dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR) - quali esecutori materiali dell'attentato. Ancora oggi, però, i mandanti della strage non sono stati identificati e restano ombre e interrogativi anche sul movente.
Cronologia degli attentati durante gli Anni di Piombo
Molti di questi crimini, ancora oggi, non hanno un responsabile. Negli anni, la verità ha lasciato spazio a ipotesi e congetture, contribuendo ad aumentare l'alone di mistero intorno alle stragi degli Anni di Piombo:
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Il 12 dicembre 1969 una bomba esplose all'interno della sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana a Milano, provocando 17 vittime e 88 feriti; nello stesso giorno, altre tre bombe esplosero a Roma, una nel passaggio sotterraneo che collega l'entrata di via Veneto della Banca Nazionale del Lavoro con quella di via di San Basilio (tredici feriti) e altre due nei pressi dell'Altare della Patria (quattro feriti).
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Il 22 luglio 1970 un treno deraglia sui binari sabotati precedentemente da una bomba nei pressi della stazione di Gioia Tauro, uccidendo sei persone e ferendone una sessantina.
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Il 31 maggio 1972, una Fiat 500 imbottita di esplosivo esplose nei pressi di Peteano, frazione di Sagrado, in provincia di Gorizia, uccidendo tre carabinieri e ferendone altri due.
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Il 17 maggio 1973 il sedicente anarchico Gianfranco Bertoli (smascherato come un provocatore dall'ultimo processo per la strage alla questura) lanciò una bomba a mano sulla folla durante una cerimonia davanti alla Questura di Milano, provocando quattro vittime e una quarantina di feriti.
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Dal 30 aprile 1974 al 26 maggio 1975 una serie di esplosioni provocano un morto e 20 feriti a Savona.
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Il 28 maggio 1974, durante una manifestazione sindacale in piazza della Loggia a Brescia, una bomba nascosta in un cestino portarifiuti uccise otto persone mentre un centinaio rimasero ferite.
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Il 4 agosto 1974 una bomba esplose su una carrozza del treno Italicus all'uscita della grande galleria dell'Appennino, nei pressi di San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna, provocando dodici vittime e 105 feriti.
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Il 9 maggio 1978 il corpo dell'Onorevole Aldo Moro viene ritrovato senza vita a Roma in via Caetani: i responsabili sono le BR.
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Il 2 agosto 1980 una bomba esplose nella sala d'aspetto della stazione di Bologna, uccidendo 85 persone e provocando circa 200 feriti.
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Il 23 dicembre 1984 una bomba esplose su una carrozza del Rapido 904, ancora presso la grande galleria dell'Appennino a San Benedetto Val di Sambro, in cui 17 persone persero la vita e oltre 260 rimasero ferite.