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Riforma della condotta a scuola, docenti divisi: per 1 su 2 non frenerà gli episodi violenti

La riforma sul voto in condotta non convince del tutto i prof. Per quasi la metà degli insegnanti, infatti, la misura non contribuirà a porre un freno agli episodi violenti, mentre molto più mirata è la maggiorazione delle sanzioni per chi aggredisce docenti e personale scolastico.

Sono le principali evidenze di un sondaggio condotto dal portale 'La Tecnica della Scuola', che ha interrogato 300 lettori – tra docenti e personale della scuola – a proposito della legge n° 150 del 1° ottobre 2024, che mira appunto a disciplinare la condotta nelle scuole, e salvaguardare, allo stesso tempo, il personale scolastico dalle aggressioni.

Indice

  1. Voto in condotta: inutile per il 46% degli insegnanti
  2. Voto in condotta, sanzioni fino a 10mila euro per gli aggressori: la proposta convince

Voto in condotta: inutile per il 46% degli insegnanti

Quasi la metà dei docenti (il 46%) ha espresso un certo scetticismo, rispondendo 'no' alla possibilità che la legge sul voto di condotta possa effettivamente ridurre gli episodi di violenza. Dello stesso avviso, addirittura, il 69% dei presidi.

Un docente ha spiegato perché le nuove disposizioni sarebbero incomplete: “Il voto di condotta potrebbe funzionare solo se accompagnato da misure educative concrete e non solo punitive”.

Tuttavia, non mancano posizioni favorevoli. Un altro docente ha scritto: “Se ben applicato, il voto di condotta potrebbe essere un buon deterrente. Serve però coerenza da parte della scuola nel gestirlo”.

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Voto in condotta, sanzioni fino a 10mila euro per gli aggressori: la proposta convince

Appare decisamente più convincente, almeno agli occhi del personale docente, la proposta di una multa fino a 10mila euro per chi aggredisce il personale scolastico: circa il 63% ritiene che la multa possa costituire un valido deterrente, mentre il 26% circa la giudica insufficiente.

Un lettore ha scritto: “Le sanzioni economiche sono utili, ma è essenziale lavorare sulla prevenzione, formando i ragazzi al rispetto sin dalle scuole medie”. Un altro ha dichiarato: “La multa potrebbe far riflettere, ma non basta. Serve una riforma complessiva dell’approccio disciplinare a scuola”.

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