Cristina.M
di Cristina Montini
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raccolta punti

Mancano stampanti e pc a scuola? Ora si vincono facendo la raccolta punti del latte. La crisi e i tagli all’istruzione si risolvono con idee ingegnose e iniziative originali, tuttavia la campagna portata avanti dalla Parmalat, per quanto fondata su lodevoli principi, ci fa riflettere sulle difficoltà delle scuole italiane.

RACCOLTA PUNTI PER LE SCUOLE - Dallo scorso marzo, l’azienda alimentare Parmalat ha iniziato a promuovere una raccolta premi rivolta alle scuole: bollini equivalenti a 1.050 litri di latte per ottenere una stampante e bollini pari a 10.700 litri di latte per ricevere un computer. L’iniziativa fa parte della campagna “Educational Division” che ha l’obiettivo di aiutare i bambini delle scuole elementari a crescere in modo sano e a capire l’importanza del latte nell’alimentazione.

SE MANCANO LE RISORSE SI COMPRA IL LATTE - Di fatto però, ciò che ha invogliato molte scuole a partecipare alla raccolta punti, è stato probabilmente il bisogno, piuttosto che il fine educativo, di dotare la scuola di strumenti e apparecchiature indispensabili e che difficilmente avrebbero potuto acquistare con le magre risorse a disposizione. Ma le scuole sono davvero arrivate al punto di dover raccogliere bollini per far fronte alle normali esigenze didattiche?

UNA SCUOLA RINUNCIA ALLA RACCOLTA - A questa considerazione si aggiunge poi anche la polemica che negli ultimi giorni ha portato una scuola di Genova ad interrompere la raccolta. Si faceva notare, infatti, che il costo complessivo sostenuto dalle famiglie per acquistare il latte e raccogliere i punti è di gran lunga superiore al costo di mercato del pc o stampante vinti. Ma al di là di ciò, che del resto è una cosa comune a tutte le raccolte punti, quello su cui vale la pena porre l’attenzione è la motivazione che ha spinto la scuola ad aderire all’iniziativa.

SCUOLE A CORTO DI FONDI - Enrica Orengo, il vicario del circolo didattico Sampierdarena 1 che ha rinunciato alla raccolta punti Parmalat, ha infatti spiegato: “Considerando che la decisione del consiglio, che era stata presa in assoluta buona fede, potrebbe essere interpretata come l’adesione a una campagna commerciale per pubblicizzare il prodotto di una determinata società, la revocheremo e restituiremo ai genitori i punti finora raccolti”. Ma ha aggiunto: “Certo è che ogni giorno dobbiamo fare fronte alla mancanza di risorse. Non abbiamo fondi sufficienti per reperire materiali didattici, tra cui, ad esempio, le stampanti. Un grave problema, considerando che nelle nostre scuole ci sono 800 alunni”.

La tua scuola cosa si sta inventando per far fronte alla crisi?

Cristina Montini