
L'introduzione del Green Pass obbligatorio per entrare a scuola per docenti e personali Ata non è stata vista di buon occhio da tutti. Tra questi c'è Matteo Barale, 52enne insegnante di topografica all’Istituto Geometri 'Virginio' di Cuneo, che si è presentato a scuola, senza certificazione verde, per ben cinque giorni consecutivi.
Per lui quindi è arrivata, come previsto, una
sospensione. Resterà senza stipendio fino alla fine dell’anno, con l’impossibilità di insegnare e entrare nel locale scolastico. Nonostante questo però, il docente non si è perso d'animo e ha deciso di presentarsi davanti scuola e di fare
lezione all'aperto.
Il professore respinto: “sono qui per i ragazzi”
Barale si è scagliato anche contro i tamponi, ritenuti poco affidabili, e sul Green Pass attacca:
“Mio padre era partigiano: pare di essere tornati in quel periodo, quando per lavorare dovevi esibire la tessera fascista” sostiene il docente in un’intervista rilasciata a “
La Stampa” spiegando poi le ragioni del suo dissenso:
“Oggi ho scelto di fare una lezione di pratica all’aperto e qui ci sono persone che pensano, che si sono fatti delle domande. Ai ragazzi ho chiesto solo di pensare con la loro testa, di non accettare ricatti. Non mi spaventa perdere il lavoro, mio padre mi ha insegnato curiosità e coraggio: farò altro. Ma sono qui per i ragazzi, perché capiscano che devono lottare per le loro idee. Il compito della scuola è trasmettere senso critico, formare i nuovi cittadini, non sottostare ai ricatti”. Vista quindi l'impossibilità di entrare in classe, il docente ha deciso di
fare lezione all'aperto, un modo certamente alternativo per protestare.