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prof precaria costretta a lasciare alunni

Con l’inizio di ogni nuovo anno scolastico, sono tantissimi i docenti precari costretti a trasferirsi in un istituto diverso. In molti, soprattutto gli insegnanti di sostegno, si lasciano alle spalle alunni e genitori affezionati che, ogni anno, devono rassegnarsi a cambiare docente.

Orizzonte scuola’ ha riportato la storia di un’insegnante di sostegno che, come molti altri, ha dovuto salutare con enorme dispiacere gli studenti con cui aveva costruito un legame durante l’anno passato.

A settembre, il suo cuore si è riempito di tristezza quando ha scoperto che i suoi ex allievi hanno pianto il primo giorno di scuola non vedendola accanto a loro.

Gli allievi

Certificazioni, TFA e sette anni di servizio tra Milano e Roma, inizialmente lavorava come docente su posto comune, ma da subito si è accorta della sua predisposizione ad aiutare gli studenti in difficoltà, perciò ha deciso di concentrarsi su di loro. “L’anno scorso per la prima volta ho avuto due spezzoni in due scuole diverse e aggiungo a parecchi chilometri di distanza l’una dall’altra - racconta - Ho seguito due bambini meravigliosi che mi hanno regalato tante soddisfazioni e mi hanno insegnato tanto.” 

L’intervento dei genitori dei bambini

La consapevolezza di non rivedere i suoi due alunni a settembre le ha fatto trascorrere un’estate in preda alla tristezza, mentre cercava di trovare un modo per restare accanto a loro. A supporto della docente sono intervenute anche le famiglie degli studenti: “I genitori di entrambi i bambini hanno scritto alle rispettive dirigenze con la speranza di riavermi anche quest’anno vicino ai loro figli, so che lo hanno fatto col sincero intento di riavermi per i miglioramenti che hanno riscontrato nei loro bambini oltre che alla famosa continuità didattica che sembra essere un miraggio”.

Le lacrime degli studenti

Con l’inizio del nuovo anno scolastico, la docente è venuta a conoscenza di un fatto che ha aumentato ancora di più il suo dispiacere. “Non è stato piacevole sentirsi dire che i loro bambini già con difficoltà hanno pianto il primo giorno di scuola, che tra l’altro dovrebbe essere di gioia per loro, nel constatare che non avrebbero più avuto la stessa docente dell’anno precedente” afferma l’insegnante, sostenendo che i bambini Non dovrebbero versare lacrime per una precarietà di cui loro non hanno colpa.

L’appello ai vertici

Dopo questo episodio, la docente ha deciso di raccontare la sua storia con il fine di lanciare un appello: “Vorrei dire ai vertici che oltre ad essere lavoratori/pedine siamo degli esseri umani anche noi e anche noi ci affezioniamo alla scuola, colleghe, famiglie e soprattutto ai nostri bambini. Non è piacevole sapere che una famiglia deve vivere con questa incognita ogni anno e sperare sperare e sempre sperare”.