
C’è una scuola media in cui, oltre a studiare storia e matematica, si impara a mixare alla console. Succede all’istituto Iqbal Masih di Malnate, alle porte di Varese, dove ha preso vita il primo corso di DJing in una scuola pubblica italiana.
Un progetto che "suona" (in tutti i sensi) come una piccola rivoluzione. E che racconta un’idea diversa di scuola, capace di accendere passioni nuove senza paura di uscire dai canoni tradizionali.
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La console entra in classe
A tenere il corso è Massimiliano Malnati, in arte MasterMax Deejay, professionista del settore e docente tra Lombardia e Canton Ticino.
“È un sogno che si realizza”, dice. E non sembra una frase fatta. Perché il mestiere del DJ, spiega, è nato “senza una vera scuola”: chi ha inventato, chi ha copiato, chi ha migliorato.
Ora, invece, quella cultura dell’improvvisazione trova finalmente una struttura didattica, un linguaggio da insegnare con rigore e consapevolezza.
Il corso, oltre a essere una palestra di tecnica, è un laboratorio di sensibilità musicale, dove i ragazzi imparano a leggere i brani, capire i ritmi, scoprire come dietro ogni mix si nascondano ricerca, ascolto e intuito.
In fondo, come dice lo stesso MasterMax, accostare il DJing a uno strumento musicale non è un azzardo: la console, in mani esperte, può fare miracoli.
Intercettare il talento già dalla scuola
All’Iqbal Masih l’idea ha attecchito subito. “Abbiamo avuto un’ottima risposta, tanti ragazzi si sono iscritti con entusiasmo”, racconta il dirigente scolastico Santo D’Angelo, che difende a spada tratta la direzione presa dall’istituto: la musica, dice, è un linguaggio universale, ma per capirla davvero serve anche lo studio.
Ecco perché il corso non è un passatempo, ma un modo per mostrare ai ragazzi che dietro ogni successo ci sono disciplina, impegno e passione autentica.
Nel progetto si legge una filosofia più ampia, quella di una scuola che non si limita a trasmettere conoscenze, ma prova a intercettare il talento laddove nasce, anche quando si manifesta davanti a una console e non, per esempio, dietro al banco di un’aula di scienze.
La discoteca come spazio educativo
L’obiettivo, racconta ancora MasterMax, non è tanto insegnare a mixare o a usare una console, quanto riabilitare l’idea stessa di discoteca. Un luogo spesso frainteso, che può invece tornare a essere uno spazio di condivisione, cultura e scoperta musicale.
Divertirsi in modo sano, capire la potenza del suono, imparare a rispettare chi ascolta: sono questi i principi che guidano il corso, ben più dei bpm e dei beatmatch perfetti.
E chissà che il prossimo DJ capace di far ballare migliaia di persone non stia crescendo proprio qui, tra i banchi della prima scuola media italiana con una console accesa in aula.