
Sta facendo discutere la proposta avanzata dall’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), che darebbe ai dirigenti scolastici più potere disciplinare. Il provvedimento prevede la possibilità di sospendere i docenti per un periodo molto più lungo rispetto a quanto è permesso oggi. Questo significherebbe non dover più coinvolgere l’Ufficio scolastico o organismi esterni alla scuola per una fetta più ampia di sanzioni.
Oggi, infatti, il preside può muoversi in autonomia solo per le infrazioni minori, per le quali può imporre al massimo fino a 10 giorni di sospensione dal servizio, che include anche la mancata assegnazione dello stipendio. Per le sanzioni più gravi, invece, è l'Ufficio per i Procedimenti Disciplinari (UPD) a essere competente.
Ma l'Agenzia che rappresenta lo Stato, ora, chiede di incrementare la possibilità di intervento diretto del dirigente, estendendola fino a 30 giorni di sospensione. Una mossa che trova consenso tra i presidi ma che vede fortemente contrari sindacati degli insegnanti, che parlano di rischi di abuso e conflitti interni.
Gli obiettivi e nodi da sciogliere
Un'idea, quella lanciata dall'Aran, che intanto ha già sollevato molti interrogativi sulla sua compatibilità con il Testo Unico della scuola (D.Lgs. 297/1994). Il Testo Unico, infatti, già prevede la sospensione fino a un mese (30 giorni) come sanzione minima per alcune specifiche violazioni. La parte pubblica, rappresentata proprio dall'Aran, vorrebbe inserire questa novità nel nuovo contratto di lavoro 2022/24, in via di approvazione definitiva.
Se venisse approvata, la misura potrebbe velocizzare la gestione disciplinare locale e, soprattutto, rafforzare l’autonomia dei dirigenti. Un preside, di fatto, potrebbe agire più rapidamente in caso di problemi disciplinari.
Ma i sindacati rappresentativi, che si sono sempre detti contrari, nonché diversi esperti, evidenziano subito i rischi di abuso, contenziosi e potenziale conflitto. Per loro, sono necessarie procedure trasparenti e garanzie per i docenti.
Cos’è l’Aran
Ma chi è che sta spingendo con forza per questo cambiamento contrattuale? È direttamente l'Aran, acronimo che sta per Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni.
Si tratta di un'agenzia italiana che ha un compito cruciale: rappresentare legalmente tutte le pubbliche amministrazioni nella contrattazione collettiva nazionale. In pratica, è la voce dello Stato al tavolo delle trattative con i sindacati.
Il suo lavoro è proprio quello di svolgere ogni attività relativa alla negoziazione e definizione dei contratti collettivi del personale pubblico. Questo include anche l’interpretazione delle clausole contrattuali e la disciplina delle relazioni sindacali. È, quindi, l'organismo che sta cercando di inserire nel contratto della scuola questo ampliamento dei poteri sanzionatori dei presidi.
Rusconi (ANP): “Proposta positiva”
La proposta di estendere a 30 giorni le sanzioni disciplinari da parte dei presidi trova, come detto, parere positivo da parte degli stessi dirigenti scolastici. Come specifica Mario Rusconi, Presidente ANP (Associazione Nazionale Presidi) di Roma, che a ‘La Tecnica della scuola’ ha detto: “Siamo d’accordo come dirigenti scolastici, anzitutto perché oltre i dieci giorni inviare un provvedimento con relativo procedimento disciplinare all’Usr vuole dire mettere in moto un meccanismo molto complesso. Quindi significa creare un surplus di lavoro agli Uffici scolastici regionali, che molto spesso non riescono poi ad espletare, a causa del carico di lavoro che hanno per altre situazioni, fermo restando che poi la normativa prevede tutte le garanzie possibili e immaginabili”.
Rusconi, poi, risponde anche alle critiche avanzate sulla proposta dell’Aran da parte dei sindacati, che parlano di rischi di conflitti interni: “Il dirigente scolastico, prima di intervenire, fa una vera e propria indagine e da questo punto di vista non è solo”. E specifica: “In tutte le scuole funziona un management scolastico diffuso, vale a dire un gruppo di persone che collabora con il preside, che sono i due collaboratori, compreso il collaboratore cosiddetto vicario, sono i capi di dipartimento, il direttore dei servizi amministrativi. Quindi, la gestione della scuola non è mai affidata ad una sola persona, cioè al dirigente scolastico”.
Infine, per tranquillizzare gli animi, Rusconi conclude: “Ci sono piene garanzie”.