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Dieta Halal

A partire da settembre, a Bologna, oltre ai soliti libri e quaderni, in alcune mense scolastiche arriverà una novità che ha già acceso il dibattito: la dieta Halal. La scelta è stata annunciata da Veronica Ceruti, direttrice del Dipartimento educazione, istruzione e nuove generazioni.

Anche se non è una novità assoluta. Nelle mense scolastiche bolognesi esistono già da tempo opzioni vegetariane, vegane e menù senza carne o pesce per garantire un pluralismo alimentare. 

Il punto è che l'introduzione del menù Halal, pensato per rispondere alle esigenze degli studenti di fede musulmana, ha già scatenato reazioni politiche, dividendo l'opinione pubblica e sollevando domande importanti sulla convivenza e l'integrazione.

Indice

  1. Cos’è la dieta Halal
  2. L'esperimento bolognese
  3. Le critiche dalla politica

Cos’è la dieta Halal

Nel mondo islamico, questa parola significa "lecito". In ambito alimentare, si riferisce a tutto ciò che è consentito consumare secondo la sharia, ovvero la legge religiosa musulmana.

La dieta Halal ha delle regole ben precise: esclude alcuni alimenti considerati proibiti, come ad esempio il maiale. Ma non finisce qui: prevede anche metodi specifici di preparazione per altri cibi, soprattutto per la carne. 

La carne Halal, infatti, proviene da animali considerati idonei e viene macellata secondo un rituale specifico che prevede la recisione della gola senza stordimento, accompagnata da una formula religiosa di benedizione. Lo scopo è garantire il rispetto delle prescrizioni religiose e assicurare che l'animale sia trattato con cura fino alla macellazione. 

Anche i prodotti vegetali, i cereali, il pesce e i latticini sono Halal, a patto che non siano "contaminati" da sostanze proibite. E c'è di più: l'intero processo, dalla produzione al confezionamento, deve avere una certificazione da parte di enti riconosciuti. 

L'esperimento bolognese

L'iniziativa bolognese non cambierà completamente i menù, ma è in realtà una sperimentazione che coinvolgerà circa 600-800 studenti di 72 scuole. La carne Halal sarà servita una volta a settimana e solo a chi ne farà richiesta.

Questa scelta, ci tengono a precisare dal Comune, è nata da un dialogo con le comunità musulmane presenti sul territorio e vuole essere una risposta concreta a un'esigenza sentita da molte famiglie. Un modo per includere e per far sentire tutti a loro agio a tavola.

Le critiche dalla politica

Come era prevedibile, la notizia ha generato una valanga di reazioni, soprattutto in ambito politico. La Lega, ad esempio, ha alzato subito la voce, parlando di "sottomissione culturale" e di "penetrazione ideologica" nelle scuole. 

Il timore espresso dal "Carroccio" è quello di un possibile ridimensionamento della cucina tradizionale italiana a favore di carne certificata da enti religiosi. 

Anche da Fratelli d'Italia non sono rimasti in silenzio, esprimendo forti riserve e puntando il dito su una possibile discriminazione nei confronti di altri gruppi religiosi e culturali.

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