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poesie del mese di ottobre: Novembre, La Pioggia nel Pineto e In Morte del Fratello Giovanni

Inizia la scuola, è tempo di cimentarsi con commenti e parafrasi di poesie. Da una sagace ricerca della redazione di Skuola.net è emerso un dato interessante: le poesie più lette e cercate del mese di Ottobre sono senza dubbio tre: si intitolano Novembre, La pioggia nel Pineto e In morte del fratello Giovanni.

Cominciamo proprio con quest’ultima poesia di Foscolo. Il ragazzo, si sa, non brilla in allegria e ha una fissazione per le tombe, ma forse non ha tutti i torti: il fratello minore, proprio quel Giovanni della poesia che dovete studiare, aveva contratto troppi debiti di gioco e, finito in un brutto giro, si suicidò davanti alla povera madre. E che dire dell'altro Giovanni, questa volta Pascoli: lui di lutti se ne intende, visto che perse entrambi i genitori fin da ragazzo: il padre fu addirittura assassinato. Non si può certo biasimare per la sua fissazione per il mese di Novembre, che è il mese in cui si celebrano i morti e dà il titolo a questa vostra "amatissima" poesia. Più ottimista il nostro D'Annunzio, che come al solito si porta una ragazza in giro, e stavolta in una pineta: ci aspettiamo proprio di tutto da Gabriele che, andando per fratte mentre una pioggia estiva estiva lo bagna, sogna un miscuglio con fronde, acqua e Ermione.

IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI COMMENTO - Come sintetizzare in un commento In Morte del Fratello Giovanni? Cominciamo subito dicendo che il povero Foscolo si è auto-condannato all'esilio dopo il trattato di Campoformio, quello in cui Napoleone fece una sonora pernacchia agli italiani che lo avevano accolto come liberatore, tra cui Foscolo, cedendo agli austriaci la ricca Venezia. Ecco perché Ugo sta lì a lamentarsi per il vagare continuo "tra le straniere genti" e non può andare alla tomba del fratello Giovanni a dare conforto alla povera madre. Si sa che a Foscolo poi piacciono particolarmente le tombe: ognuno ha i suoi gusti, ma questa insana passione degna dei moderni zombie-lovers è comunque spiegabile. La tomba è il luogo della memoria, in qualche modo è ciò che si erge contro la morte, che rimane a chi vive: infatti da lontano Foscolo fa "ciao" con la manina alla mamma che chiacchiera di lui con le ceneri del fratello, e la tomba diventa quasi un link fra i tre. Riportate là le mie ossa quando sarò morto, dice Ugo, tra le braccia di mamma, nella mia terra, quando sarò finalmente in pace: la mia vita è tempesta, delusione, frattura di speranze, proprio come fu per Giovanni. Istruzioni per l'uso: dopo aver studiato Foscolo, fate qualcosa di piacevole.

IL "NOVEMBRE PASCOLI" - Niente di più allegro di una mattina di Novembre risplendente come una gemma per il nostro Pascoli, il fanciullino cresciutello che vede tutto con gli occhi di chi scopre il mondo per la prima volta. Ma che bel sole, dice Pascoli a Novembre, cerchiamo le albicocche e le prugne fresche! E così tu, studente, ti illudi che dopo aver studiato Foscolo e Leopardi, stavolta ti tocchi leggere una bella poesiola leggera e allegra. E invece no! Pensavi che i puntini di sospensione dopo queste celestiali immagini fossero casuali? Sbagliato! Quel Pascoli non vedeva l'ora di farti crollare nell'abisso della depressione e delle immagini mortifere. Pensavi ai campi, ai fiori, al profumo di frutti, alla vita! Ma il poeta giustamente ti comunica che non è mica fesso a intitolare la poesia "Novembre": il mese in cui si celebrano i morti. Ecco quindi alberi stecchiti tutt'intorno, con gli inquietanti rami neri, la terra secca e il cielo vuoto. Volevi per caso cinguettii e stridere di cicale? Ebbene no! Avrai solo il silenzio tombale e da lontano, se ci senti bene, udirai il fruscio delle foglie che cadono. Ma è solo alla fine che ti sembrerà di sentire il Pascoli farsi grandi beffe di te dalla tomba: "(Che cosa credevi, studentello?) E' l'estate, fredda, dei morti". Istruzioni per l'uso: quando si parla di Pascoli, non è mai come sembra.

PIOGGIA NEL PINETO PER D’ANNUNZIO – Il D’annunzio si sa, aveva un debole per le donne. E questa volta se ne va a spasso per il litorale toscano con la sua bella, quando una fresca pioggerella estiva li coglie improvvisa ed ecco che nasce la poesia La pioggia nel Pineto. Non ci chiedete perché, ragazzi, i due hanno avuto la bella idea di andarsi a rifugiare in mezzo alle fronde di un bosco, ma il risultato è una totale mescolanza con la natura che a poco a poco li trasforma e tutti quanti diventano una cosa sola, un po’ verdi addirittura. Continuiamo a non voler sapere perché il nostro Gabriele avesse tutta questa voglia di unione, ma la ragazza, quasi una ninfa dei boschi dal nome mitologico, Ermione, invece di scappare a gambe levate, sta al gioco d’amore che da sempre illude e delude tante persone al mondo. I gossip dell’epoca giurano che fosse, in realtà, l’attrice Eleonora Duse. Le sensazioni, soprattutto quelle uditive, sono la parte portante de La Pioggia nel Pineto: ricordate di scriverlo nel vostro commento! Istruzioni per l’uso: non c’è niente da fare, Gabriele è sempre il solito.

Carla Ardizzone