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fondi pnrr dispersione scolastica1,5 miliardi di euro, questo il contributo riservato alla scuola pubblica nell'ottica di limitare il fenomeno della dispersione scolastica e della povertà educativa. Dopo una prima fase dedicata all'edilizia scolastica, la seconda tranche di fondi del PNRR sarà quindi destinata a sostenere l'apprendimento di studentesse e studenti.


Il decreto, che sarà disponibile nei prossimi giorni, dispensa oltre metà del fondo alle scuole del sud. Gli istituti coinvolti riceveranno a breve la notifica del finanziamento: si tratta di 3.198 scuole che riceveranno la prima parte del fondo, una somma vicina ai 500 milioni di euro. Ma più di qualcuno – escluso dalla ripartizione dei fondi - è già sul piede di guerra.

Anp Roma: “Istituti con disagi non hanno avuto neanche un euro”

Sono principalmente le scuole di periferia ad essere state svantaggiate nella distribuzione dei fondi. In particolare, i presidi della Capitale si dicono piuttosto delusi dalla scelta del Ministro Bianchi. ”Si poteva fare meglio: i fondi del Pnrr dovrebbero essere distribuiti equamente, mentre questa divisione ha alcuni effetti che sono ingiusti” rivela Annalisa Laudando, preside dell’Istituto comprensivo di via Poseidone a Torre Angela, in uno sfogo al Corriere della Sera.

Le fa eco Mario Rusconi, Presidente dell'Associazione Nazionale dei Presidi di Roma: ”Abbiamo registrato che istituti in alcune zone agiate di Roma hanno avuto diversi fondi, e invece istituti comprensivi di estrema periferia, con molti disagi, non hanno avuto neanche un euro. Quindi sono stati applicati dei criteri che a nostro parere non hanno ben funzionato”.

Andis: “I criteri adottati dal Ministero hanno escluso molte scuole”

Ai presidi romani, si aggiunge ANDIS – Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici – che nelle parole del presidente Mario Bartoletto esprime ”sconcerto e preoccupazione per la decisione assunta dal Ministro Bianchi”. A destare più di qualche perplessità, sono state soprattutto le modalità improvvise con cui il Ministero ha adottato questa scelta: ”Stupisce che su una materia così importante per il nostro sistema educativo non siano stati consultati i sindacati, né le associazioni professionali dei docenti e dei dirigenti, né altre organizzazioni che avrebbero potuto offrire collaborazione e supporto al Ministero” prosegue Andis.

Il rischio è insomma quello di lasciare indietro proprio quegli istituti che avrebbero bisogno di maggior sostegno e liquidità: “I dirigenti scolastici sono davvero disorientati e perplessi per la modalità adottata per la ripartizione dei fondi, avvenuta in maniera improvvisa, senza un preavviso o una pubblicizzazione preventiva dei criteri”. Ne consegue che più di qualche istituto dovrà fare a meno dei fondi, senza garanzie per il futuro: “Pur apprezzando le potenzialità previste nella linea di finanziamento, non si può fare a meno di rilevare che i criteri adottati dal Ministero hanno escluso soprattutto molte scuole del primo ciclo, che certamente dovranno essere recuperate in un secondo momento nell’ambito di accordi di rete”