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Pornografia verbale: che pericolo! scaricato 385 volte
Pornografia verbale: che pericolo! articolo
Il 26 Aprile siamo intervenuti ad una tavola rotonda dal titolo "Pedo-pornografia ed Internet: quali strategie per la tutela dei minori?". Erano presenti tante autorità e persone importanti del mondo della cultura.
Pensate siamo anche andati a finire sul giornale! Perciò oggi vi proponiamo un estratto del nostro intervento, scusate l'italiano formale, però vi assicuro che è molto importante sentirne parlare.
Noi di Skuola.net abbiamo voluto porre l’accento su un aspetto del fenomeno che nel corso dei lavori è quasi passato inosservato. È infatti opinione comune che la peggiore espressione della pedopornografia sia rappresentata dallo scambio di filmati e foto esplicite da parte dei pedofili, che sfruttano la rete ed i suoi meandri più nascosti come mezzo di trasporto per tale materiale. Fortunatamente in Italia la Polizia Postale, come ha confermato Vulpiani, ha i mezzi legislativi e tecnici per intervenire su chi si rende responsabile di tale reato, riuscendo anche a risalire ai minori che sono stati oggetto di abusi.
In realtà oggi la rete sta diventando un terreno fertile per l’opera dei pedofili, che sfruttano dei canali che sono apparentemente ritenuti innocui, quali le community, con tutte le loro espressioni, cioè forum, chat e blog. Come ben sapete, esistono moltissime community frequentate da giovani e giovanissimi. E qui si può annidare una forma di pornografia tanto subdola quanto dannosa: la pornografia verbale. Si tratta dell’esposizione a a contenuti testuali di carattere sessuale esplicito. Per capire meglio di che si tratta, vi mostriamo la schermata presa da un noto forum per ragazzi, frequentato da migliaia di utenti ogni giorno:

Pornografia verbale: che pericolo! articolo

Come potete vedere, non ci sono né immagini né video, ma questa a nostro avviso è pornografia, con tutte le conseguenze sullo sviluppo di una corretta dimensione sessuale del minore. Ma non è tutto, perché in questo ambiente i vari utenti possono interagire tra di loro. Chi garantisce che dietro ad un nickname sia nascosto non un coetaneo ma un pedofilo? Nessuno, e di fatti in questi forum può capitare di incontrare malintenzionati, con conseguenti violazioni dei diritti del minore: dal semplice scambio di foto, ad incontri reali.[newpage]
Ma come trascurare i vari siti di incontri on-line, dove i minorenni hanno libero accesso e possono pubblicare delle pagine personali, nei quali inserire le proprie foto. Naturale espressione di una cultura che sta anteponendo l’apparire all’essere, ma che rappresenta un pericolo notevole per i minori stessi. Basta un click, come in questo caso, per avere una lista degli utenti di età compresa tra i 12 ed i 18 anni: molti di questi contatti sono accessibili anche senza invito diretto da parte dell’interessato. Insomma una vera e propria miniera d’oro per eventuali malintenzionati, senza contare che i profili sono molto completi e dettagliati, con tanto di nome e cognome, nonché città di residenza!

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Di queste realtà non si parla, ma sono le più rischiose per i minori, anche perché non si rendono conto del pericolo al quale si espongono attraverso una diffusione così indiscriminata dei propri dati personali.
Le statistiche recentemente pubblicate purtroppo sembrano sostenere la nostra tesi: l'Internet Watch Foundation (IWF) ha rilasciato in settimana il proprio rapporto annuale (2006) mostrando come l’80% delle vittime dei cyber-mostri sia costituito da minori di sesso femminile. Sussiste una inquietante correlazione con un altro dato, che indica come le ragazze siano le più assidue frequentatrici delle community (anche le statistiche sui nostri utenti confermano questa tendenza, con una percentuale di ragazze sugli iscritti pari al 63%).
Quindi queste community possono essere un vero e proprio pericolo per via dell’uso improprio che se ne può fare. Ed allora che fare? Molto spesso ci si deve affidare al buon senso dei singoli. Ad esempio noi di Skuola.net abbiamo improntato la nostra linea editoriale sull’eticità dei contenuti, ovvero su una loro rispondenza al sistema di valori unanimemente riconosciuto dalla nostra società. Ovviamente ciò non basta, è importante anche controllare quanto avviene all’interno della propria community e dotarsi di strumenti che permettano di allontanare e segnalare eventuali sospetti alle autorità competenti, quali registrazione, controllo dell’IP, possibilità di bannaggio,
Ma in che modo costringere ogni singolo operatore del settore ad un comportamento di questo tipo? Come ben sapete, dietro a queste realtà virtuali ci sono realtà imprenditoriali che producono utili reali e che, in taluni casi, pur di aumentare il proprio numero di accessi sono disposte a tutto.
Si potrebbe agire in maniera analoga a quanto fatto per le certificazioni di qualità per le aziende, le quali si sottopongono volontariamente ad un controllo delle proprie procedure per ottenere un “bollino” che ne attesti la qualità delle procedure. Tutto ciò rappresenta un extra-costo, il quale viene coperto ampiamente del ritorno di immagine generato. Infatti oggi molte di esse hanno intrapreso questo circolo virtuoso e nelle loro comunicazioni pubblicitarie non fanno a meno di mostrare questo riconoscimento al potenziale cliente.
In questo caso, si tratterebbe di stilare un regolamento che certifichi la qualità dei contenuti per i siti rivolti ai minori e, nel contempo, di istituire un organo controllore super-partes che si occupi di esaminare le richieste di adesione a tale protocollo.
Riteniamo che anche in questo caso il ritorno di immagine derivante dall’adempimento dei requisiti richiesti, possa indurre gli operatori del settore a ricondurre i propri contenuti all’interno dei limiti posti dal regolamento. Anche perché, se l’iniziativa dovesse prendere piede, la mancanza di questa certificazione potrebbe essere una discriminante nei parametri di scelta degli inserzionisti pubblicitari, con conseguente danno economico, visto che la maggior parte dei ricavi dei siti internet che si rivolgono ai giovani deriva proprio dalle sponsorizzazioni.
Infine, si potrebbe creare un portale all’interno del quale vengono raccolti e resi accessibili solo i siti certificati, in maniera tale da individuare un’area di navigazione protetta per i minori.