
Scrivere e saper scrivere bene sono due cose molto differenti e questa è una consapevolezza condivisa da migliaia di studenti che quotidianamente si dividono tra coloro che tentano di sopravvivere, accaparrandosi il famoso e intramontabile sei politico anche nei compiti di italiano, e quelli che invece, quasi fossero la reincarnazione di Leopardi o Manzoni, tentano ogni volta di portare a casa un bel 10.
Spesso una parola sbagliata o un termine considerato inappropriato, marchiati con una grande x rossa sopra proveniente dalla penna della prof, preannunciano ai ragazzi che l’esito del compito non sarà tanto positivo. Perché una delle difficoltà più antipatiche per i giovani è proprio quella di dimenticare, una volta dietro i banchi, il codice di comunicazione a cui quotidianamente fanno riferimento, codice ricco di forestierismi, di termini e mode giovanili. Ma da oggi 500 nuove parole, tra cui non mancano quelle care agli adolescenti, potranno essere esibite sui temi di italiano.VOCABOLARIO AGGIORNATO- La notizia, infatti, che allieterà molti studenti è che questi nuovi termini si trovano già tra le pagine del vocabolario italiano, nello specifico dell’edizione 2014 del Devoto Oli. Tra i neologismi approdati nel nostro idioma, non solo termini economici con cui le tv e i giornali ci bombardano già da tempo quotidianamente, come spread e spending review, ma anche parole appartenenti al gergo giovanile. Da skinny, termine che ha il monopolio dei discorsi sul look di tendenza tra ragazze, a “bonazza” che sembra invece essere più in voga tra i maschietti.
I PROF SI ADEGUINO!- E così, se gli studenti da oggi possono stare più tranquilli quando si lasciano andare a simpatci neologismi, saranno gli insegnanti più tradizionalisti e legati alla purezza della lingua a storcere le orecchie. Rimane il fatto che di fronte a determinati termini, che siano poco musicali o poetici, ai prof non resterà che “svalvolare” (verbo neoammesso del nostro vocabolario) per qualche secondo di fronte a certi scritti per loro aberranti, e poi alzare le mani e riconoscere, anche se a malincuore, la correttezza di quelli ormai non più intrusi.
Margherita Paolini