
Succede anche questo: un professore si fa pagare la vacanza estiva in cambio di aiuto alla Maturità. L'incredibile fatto è avvenuto all’I.t.c. Vittoria di Palermo dove un professore, che ha presieduto la commissione nell’anno 2003/2004, ha chiuso un occhio sulle prove d’esame di tre studenti. Questo già di per sé costituisce un fatto grave se si pensa a quanti ragazzi passano l’anno sui libri per affrontare la maturità. Ma ancora più grave è che il professore ha aiutato questi studenti in cambio di una vacanza in Tunisia, per sé e per la sua famiglia, dal valore di duemila euro.
IL PROCESSO – Al processo di primo grado, il docente era stato assolto perché la vacanza non era stata considerata un “corrispettivo”. Al contrario, ora i giudici supremi hanno ritenuto che il soggiorno sia da equiparare ad un compenso e hanno condannato il professore dell’istituto ad un anno di reclusione per corruzione. Ma il prof, d’accordo con la sentenza di primo grado, ha fatto ricorso chiedendo di nuovo la sua assoluzione.
LA RISPOSTA DEI GIUDICI – Ovviamente il tribunale ha considerato la richiesta “inammisibile” condannando il docente anche al pagamento di mille euro per le spese di giustizia in Cassazione. Ora ad aspettarlo ci sarà un altro tipo soggiorno, stavolta un po’ più lungo.
"CORROMPERE" LA COMMISSIONE - Sicuramente è pratica comune tra gli studenti "trattare bene" i professori all'ultimo anno di scuole superiori, soprattutto quelli che saranno in commissione all'esame. Non a caso è tradizione invitare i professori cena di classe prima degli esami, a differenza degli anni passati. Ma un conto è cercare di guadagnarne la simpatia, un conto è approfittarsi della disperazione degli studenti come è avvenuto in questo caso.
Serena Rosticci