Il biennio della pandemia da Covid19 non è stato facile per nessuno, tanto meno per gli studenti. Tra didattica a distanza, lezioni e attività saltate, infatti, la vita scolastica è stata piuttosto difficile.
Stesso discorso per l'esame di Maturità 2020, andato in scena – viste le criticità del momento – in formato straordinario.
Un'edizione che ha mietuto più di qualche vittima tra i maturandi.In particolare, uno studente bocciato all'esame del 2020 ha fatto ricorso contestando le modalità di svolgimento dell’esame stabilite dal MIM in seguito all’emergenza pandemica. Il Tar, però, ha respinto il ricorso sostenendo che quelle modalità fossero più che legittime.
La vicenda
Lo studente, bocciato all'esame di Stato 2020, ha fatto ricorso sostenendo come l'aumento del peso dei crediti scolastici, l'utilizzo di un'unica griglia di valutazione nazionale e la struttura del colloquio orale avessero inciso in modo negativo sul suo esame.
Non solo, lo studente lamentava inoltre l’impatto negativo della didattica a distanza sul proprio rendimento e la mancanza di adeguati corsi di recupero.
Il Tar respinge il ricorso
Poi è arrivata la doccia fredda da parte del Tar. Come sottolinea il portale 'OrizzonteScuola', il tribunale ha ritenuto infondate tutte le contestazioni, sottolineando che le misure adottate dal Ministero, seppur straordinarie, erano giustificate dall’eccezionalità della situazione e supportate da una specifica deroga legislativa.
Tutti i punti critici evidenziati dal legale dello studente sono stati smontati dal Tar: l’aumento del peso dei crediti formativi non ha comportato alcuna disparità di trattamento, bensì ha garantito una valutazione più completa e attendibile degli studenti, così come la griglia di valutazione e la struttura del colloquio sono state ritenute idonee in un'ottica di correttezza e trasparenza dell’esame.
Il ricorso dello studente, dunque, è stato rigettato.
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