
Sono oltre 150.000 gli studenti che quest’oggi si sono riversati in più di 80 piazze italiane, organizzate da Unione Degli Studenti, Rete della Conoscenza e LInk - Coordinamento Universitario, uniti in uno sciopero che dal nord al sud Italia si schiera contro la legge di bilancio del Governo Draghi.
Gli studenti in protesta chiedono non solo maggiori investimenti sul diritto allo studio, ma anche un cambiamento strutturale del sistema di istruzione pubblica: “Oggi siamo in piazza perché vogliamo portare al centro i nostri bisogni e le nostre proposte, la politica ci deve ascoltare” dichiarano gli studenti. Roma, Napoli, Milano e Torino; sono solo alcune delle grandi città in cui si sono svolte le mobilitazioni; cortei, presidi, azioni di protesta e assemblee saranno le forme di mobilitazione messe in atto dagli studenti, tutte con un unico obiettivo: cambiare l’istruzione.-
Leggi anche:
- Maturità 2022, si va verso l'esame orale senza prove scritte
- Le scuole che fanno trovare lavoro: la classifica delle migliori in Italia
- Sciopero studenti 19 novembre: tutti i cortei e le piazze - città per città
Sciopero studenti 19 novembre: “Siamo il futuro che si ribella”
Gli studenti in piazza denunciano la precarietà delle scuole italiane e lo stato di degrado in cui versano. L’Unione degli Studenti, tramite il proprio coordinatore Luca Redolfi, spiega i motivi della manifestazione: “Per l’ennesima volta siamo rientrati a scuola e tutte le carenze strutturali del nostro sistema educativo si sono mostrate scuole pericolanti, trasporti affollati e insufficienti, didattica nozionistica, diritto allo studio negato, sono solo alcuni dei motivi per i quali il oggi le studentesse e gli studenti si sono mobilitati in tutto il paese. È necessaria una riforma totale del mondo dell’istruzione, che sappia rinnovare la didattica e immaginare un nuovo modello di scuola inclusiva che sappia trasformare la società”. Al fianco degli studenti delle scuole superiori sono scesi in campo per manifestare anche gli studenti universitari che invece lamentano le difficoltà economiche strutturali che riguardano la loro categoria, e di come queste compromettano il loro percorso universitario; e Lorenzo Morandi, di LINK Coordinamento Universitario, spiega cosa viene chiesto al Governo: “Vogliamo l'innalzamento della no tax area per le tasse universitarie almeno a 30.000 di ISEE, verso la gratuità dell'istruzione; vogliamo agevolazioni e misure reali di sostegno sugli affitti e sui trasporti, fondi per ampliare e riqualificare gli spazi universitari”.