
Un professore dell’Istituto Tecnico L. Cobianchi di Verbania è stato sospeso per aver dato una sberla al suo studente. L’episodio è avvenuto circa un mese fa: da un rimprovero inascoltato in segno di sfida da parte del giovane, la discussione è degenerata in lite. L’insegnante e lo studente indisciplinato hanno continuato a questionare fuori dall’aula, fino a quando l’adulto, spazientito, ha schiaffeggiato il ragazzo. Un gesto pagato caro: infatti, il professore sospeso non è ancora rientrato a scuola.
SI RIMPROVERA LA DISATTENZIONE - Le discussioni tra insegnanti e alunni sono all’ordine del giorno. Infatti, molto spesso i richiami all’attenzione da parte dei primi vengono totalmente ignorati dai secondi, cadendo nel vuoto. A volte la lezione prosegue come se niente fosse, altre volte questo fatto scatena le urla del prof spazientito che non può fare a meno di gridare contro l’alunno disubbidiente. Mancanze di attenzione a parte, le liti si accendono anche a causa dell’utilizzo, sempre più frequente e non consentito, dei telefonini in classe, o per plateali mancanze di rispetto nei confronti dei docenti.
NO ALLA VIOLENZA IN CLASSE- Il rimprovero dai toni pacati in un attimo si anima, scatenando delle urla che mettono alla prova l’infrangibilità dei vetri delle finestre e risuonano forti e chiare in tutta la scuola, oltrepassando le mura della classe. Da qui si scivola con molta facilità negli insulti e negli improperi da parte dei professori frustrati, rispetto ai quali molti studenti sanno, a loro, volta ben difendersi a suon di pronte risposte farcite di parolacce e offese; altri, invece, si bloccano in un silenzio che rischia di far innervosire ulteriormente l’insegnante adirato. Ciò che però non dovrebbe mai accadere è il ricorso alle mani. Se, infatti, già la violenza verbale non dovrebbe essere tollerata all’interno del contesto formativo scolastico, quella fisica va condannata senza esitazione. Sia che provenga dall’adulto, sia nel caso opposto. Infatti, purtroppo non sono rari gli episodi di studenti che picchiano i propri docenti.
PROF COME ESEMPIO DA IMITARE- La scuola, come tante altre istituzioni, sta vivendo un periodo molto critico. Il degrado non riguarda semplicemente le strutture e la burocrazia, ma sta interessando anche l’educazione e i valori da essa contemplati. Molto spesso i professori vengono sbeffeggiati, derisi e, in alcuni casi, nemmeno presi in considerazione. Stiamo assistendo ad un processo di delegittimazione del loro ruolo, di indebolimento della serietà e del rispetto con cui andrebbero trattati. E’ altrettanto vero, però, che gli insegnanti dovrebbero combattere questa degenerazioni con armi lontane dalla violenza e dall’inciviltà, offrendo loro per primi il buon esempio da imitare. Invece, dall'altra parte i ragazzi dovrebbero cercare di evitare di alimentare le tensioni tra loro ed i prof che comunque non fanno mai bene all'andamento scolastico. Bisognerebbe tentare di mettersi nei panni degli insegnanti, anche quando purtroppo a volte esagerano con grida e rimproveri: voi cosa provereste se qualcuno non vi ascoltasse e continuasse a deridervi?
Margherita Paolini