
Nel cuore della Trinacria, un'iniziativa sta facendo molto discutere: l'assessore alla pubblica istruzione della Regione Sicilia, Girolamo Turano, ha deciso di investire 400 mila euro per promuovere lo studio del dialetto e della cultura siciliana nelle scuole.
Il piano proposto si articola su 65 progetti riguardanti la storia, la letteratura e la cultura dell'isola, con l'intento di riportare in auge una lingua che, secondo i promotori, è stata messa in secondo piano.
Ma non tutti sono d'accordo con questa proposta.
La difesa dell'assessore
L'assessore regionale non ha però esitato a rispondere alle critiche.
In un’intervista, come riportato da 'Tgcom24', ha spiegato il potenziale valore di questa iniziativa, dichiarando: "Per troppo tempo abbiamo snobbato il nostro dialetto e quasi quasi ci siamo vergognati, ora dobbiamo appropriarcene perché è la nostra cultura, merita grande rispetto e diffonde valori molto profondi".La posizione di Turano è molto chiara: il dialetto siciliano non è solo una lingua, ma un patrimonio culturale che va tutelato e valorizzato. Secondo l'assessore, questa iniziativa non guarda al passato con nostalgia, ma con la consapevolezza che è fondamentale preservare l’identità siciliana per le nuove generazioni.
Le polemiche
Una delle domande più rilevanti riguardo a questo progetto è la seguente: investire nel passato culturale può essere un’opportunità per costruire il futuro, o è solo un modo per rimandare i problemi urgenti?
I sostenitori dell'iniziativa affermano che l’identità culturale siciliana non debba essere dimenticata. Mentre le opposizioni contestano i fini dell'uso di una somma così consistente, sostenendo che ci sarebbero spese più urgenti, come quelle per la modernizzazione delle strutture scolastiche o per il potenziamento delle materie scientifiche.
I progetti nelle scuole
Ad ogni modo, il piano prevederebbe una molteplicità di progetti con vari focus su storia, letteratura e tradizioni. Gli studenti non solo potrebbero studiare la lingua, ma potrebbero avere anche l'opportunità di esplorare la cultura siciliana attraverso attività pratiche, come rappresentazioni teatrali, laboratori letterari e incontri con esperti di dialetto.
L'obiettivo è far sì che i giovani possano avvicinarsi alla lingua in modo divertente e stimolante, superando il pregiudizio che spesso accompagna il dialetto, visto da alcuni come sporcatura e “lingua minore”.