
Gli studenti del "Virgilio", prestigioso liceo classico di Roma, sono nuovamente finiti sulle prime pagine dei giornali. Il motivo? L’ennesima occupazione scolastica, un momento diventato negli anni una tradizione d’inizio autunno per i ragazzi dell’istituto di Via Giulia.
Stavolta, però, ci potrebbe essere un’appendice in tribunale. Perché oltre 70 alunni (la maggior parte minorenni), protagonisti delle proteste dello scorso ottobre (messe a tacere dallo sgombero della Polizia), nei primi giorni del 2019 sono stati convocati uno alla volta in commissariato e accusati a vario titolo; si va dall’occupazione di proprietà privata, all’interruzione di pubblico servizio, fino al danneggiamento. Con pene che potrebbero essere molto severe, da qualche migliaio di euro di multa fino a 6 anni di reclusione (dieci per i promotori della protesta).
L’anno scorso fu una festa ‘fuori controllo’ ad accendere i riflettori
Tutto nasce dalla denuncia dei dirigenti scolastici, dopo aver fatto la conta dei danni lasciati sul campo dagli occupanti: oltre 60mila di euro tra pareti imbrattate, vetri rotti, telecamere di sorveglianza danneggiate, bagni resi inagibili, aule devastate. Un episodio che riporta alla mente quanto accaduto appena dodici mesi prima negli stessi corridoi del liceo “Virgilio”: in quel caso, oltre ai danni, sul banco degli imputati finì anche una festa organizzata durante l’occupazione, in cui poterono accedere persone esterne alla scuola e durante la quale non mancò lo sballo. L’unica differenza è che, allora, non ci fu bisogno del blitz della Polizia per liberare l’edificio. La protesta si concluse spontaneamente.
Cosa prevede la legge in caso di occupazione: legittimo lo sgombero
Ma perché si è arrivati all’irruzione? L’occupazione è un atto illegale, lo prevede la legge. Gli articoli 340 e 633 del codice penale parlano, rispettivamente, di “Interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità” e di “Invasione di terreni e edifici”. Fattispecie in cui può essere fatta tranquillamente rientrare l’occupazione scolastica. Basta una denuncia da parte del preside o di chi ha la responsabilità dell’integrità della struttura e del corretto funzionamento della didattica. Un rischio, quello che stanno vivendo sulla propria pelle i ragazzi del “Virgilio”, a cui però potrebbero essere esposti decine di loro ‘colleghi’.