
della scuola primaria dell'istituto comprensivo 'Giovanni Cena' di Latina hanno scritto una lettera indirizzata ai ladri che nella notte tra domenica e lunedì si sono impossessati di 31 computer nella loro scuola. “Cari signori che avete preso i nostri computer, per favore potete ridarceli?” chiedono i giovani firmatari della missiva, in tono gentile e conciliante, ma non senza nascondere una certa amarezza per quanto accaduto.
I pc trafugati erano stati finanziati da fondi europei ed erano un valido supporto proprio per i bambini della scuola.
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Bambini scrivono la lettera ai ladri che hanno rubato i pc della scuola
E’ stato più per esternare uno sfogo dovuto alla frustrazione e all’impotenza di essersi visti privare di ben 31 computer appartenuti alla proprio scuola che Gaia, Flaminia, Chiara, Luca, Alessio, Debora, Isabella, Giada, Lorenzo hanno compilato la lettera indirizzata proprio a chi li ha derubati.
“Noi siamo i bambini che hanno utilizzato questi strumenti per fare delle ricerche, per studiare, per aiutare i compagni in difficoltà.” Continuava la missiva dei giovani derubati, che hanno quindi cercato di spiegare l’enorme utilità che avevano quei dispositivi per i 700 alunni della Giovanni Cena: “I computer non sono stati presi alla Scuola 'Giovanni Cena', ma tolti a Matthias, a Manuel, a Sara, ad Alice e a tutti noi bambini. Ci dispiace molto non poterli più utilizzare. Per noi erano veramente importanti! Con i computer abbiamo imparato ad usare le nuove tecnologie e a studiare divertendoci. Siamo molto tristi per quanto accaduto e sorpresi perché non pensavamo che qualcuno potesse mai fare un danno così grande a dei bambini.”
La lettera prosegue elencando i motivi che spingono ogni giorno i ragazzi nelle proprie classi e di come il furto abbia colpito in modo significativo la comunità scolastica: “La scuola per noi vale tantissimo: è un luogo dove possiamo imparare a crescere come cittadini e a non ripetere gli errori del passato; ci aiuta a comprendere i valori e ciò che è importante. La scuola dovrebbe essere un posto sicuro e rispettato da tutti.”
Lo scritto si conclude quindi con un appello diretto ai ‘signori ladri’, con il quale i piccoli derubati provano a riportare i malfattori sulla corretta via, chiedendo indietro i computer: “Provate per un momento a tornare bambini, come vi sentireste se vi privassero di qualcosa che amate e che per voi è molto importante? Prendendo questi computer ci avete tolto un pezzo di futuro. Volevamo chiedervi se cortesemente potete restituirceli: questo ci renderebbe molto felici”.