
Si va infatti dalla natura alle mafie, dal bullismo alla Costituzione, passando per la storia più o meno recente. “Laboratori itineranti” nasce da un'idea di Antonietta Ferriero, grafica e creativa, che si è posta l'obiettivo di sviluppare una didattica “fuori dalle scuole”.
Laboratori itineranti: cosa sono e come funzionano
Ma in cosa consiste questo progetto nello specifico? Il laboratorio – svolto sia a scuola che al di fuori – ha l'intento di facilitare l’attività didattica degli insegnanti nel trattare giornate e tematiche importanti, tra cui quelle indicate dal Ministero dell'Istruzione e del Merito nelle linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica. L'attività principale si svolge con dei kit cartacei composti da un Cartoncino creativo (cartoncinoLAB) per ogni singolo studente – e identico per tutta la classe - e linee guida per l’insegnante.
Gli studenti potranno scrivere sul cartoncino idee o concetti inerenti ad un determinato tema. Le attività verranno poi condotte dagli insegnanti fuori dalle scuole conducendo gli alunni alla ricerca di elementi coerenti con i temi dei cartoncini in giro per le città. Un nuovo modo di vivere il territorio e la didattica: un esempio pratico è il laboratorio che ha come obiettivo quello di far mappare ai bambini gli alberi del proprio quartiere. Inoltre, una volta realizzato il cartoncino, ogni studente potrà portarlo sempre con sé, legandolo magari allo zaino e facendosi così portavoce di determinati valori e contenuti.
”Nomi rubati”, il primo laboratorio itinerante sulla Shoah
Il primo laboratorio itinerante – dal titolo “Nomi rubati” - è stato già distribuito a 1.500 studenti ed è legato al tema della Shoah. Nell'ideare il primo laboratorio itinerante, gli sviluppatori sono partiti da una semplice considerazione: ”Come fare MEMORIA in modo creativo e maggiormente coinvolgente per gli studenti, sempre più distanti e distaccati?”. La risposta che si sono dati è quella di coinvolgere gli studenti in attività che riportino alla memoria le storie e i nomi dimenticati. Le vittime di “serie B” come direbbe qualcuno, i cui nomi si trovano scritti in piccolo sui libri: i dimenticati della storia.In questo modo gli studenti vengono a conoscenza di un pezzo della storia dell'ultimo secolo, entrando in empatia con le storie che scriveranno su i propri cartoncini.